SOLDI E AMMISSIONE DI COLPA - In tanti avevano detto e scritto che la Volkswagen voleva chiudere definitivamente (o quasi) la vicenda Dieselgate in America prima dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca e a quanto pare c’è riuscita. I rappresentanti della casa tedesca negli Stati Uniti hanno definito un accordo con gli inquirenti USA per quel che riguarda la natura penale del Dieselgate, che comporta una sanzione di 4,3 miliardi di dollari per aver messo in commercio veicoli non in regola con le norme sulla protezione dell’ambiente. In particolare per aver dotato le auto dell’ormai famosi programma capace di modificare il funzionamento del motore così da far risultare più basse del reale le emissioni di ossido di azoto.
PRIMA DI TRUMP - La notizia è stata confermata dalla stessa Volkswagen, la quale ha precisato che assieme alla sanzione patteggiata ha anche accettato di ammettere pubblicamente di aver agito con l’inganno. L’accordo raggiunto negli Stati Uniti deve essere approvato dal consiglio di sorveglianza del Volkswagen Group, che si riunirà appositamente oggi, mercoledì 11 gennaio. La notizia è importante perché se non ci fosse stato l’accordo prima dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca, probabilmente sarebbe stato necessario ancora parecchio tempo per concludere la vicenda. Ciò perché gli inquirenti sono di nomina politica e sicuramente cambieranno con il nuovo presidente. L’eventuale non chiusura dalla causa avrebbe perciò significato il prolungamento per parecchi mesi di una situazione di incertezza che certamente per la Volkswagen sarebbe stata un ostacolo alla necessaria azione di recupero di fiducia nel pubblico americano.
ALTRI MILIARDI DA REPERIRE - Come accennato, la sanzione di 4,3 miliardi di dollari prevista dall’accordo chiuderà le cause penale e civile relative alla vicenda Dieselgate. Con ciò l’ammontare di quanto la Volkswagen dovrà sborsare a causa dello scandalo arriverà a oltre 23 miliardi di dollari (negli USA e in Canada). La parte maggiore è quella dell’intesa sottoscritta con i giudici e le autorità per l’ambiente per sistemare la questione con i proprietari delle 482 mila auto con il motore turbodiesel 2.0, ammontante a 14,7 miliardi di dollari. Sinora la Volkswagen ha accantonato 18,2 miliardi di euro (19,2 miliardi di dollari) per far fronte ai costi dello scandalo.