ACCORDO RAGGIUNTO - La Volkswagen ha raggiunto un’intesa con le autorità statunitensi nel merito della vicenda relativa al
Dieselgate, ovvero lo scandalo legato alle emissioni inquinanti di alcune fra le sue vetture con motore a gasolio: un software entra in
funzione quando l’auto viene sottoposta ai test di consumo e taglia i valori di ossido d’azoto (NOx), che aumentano sensibilmente non appena l’auto viaggia in condizioni normali. L’accordo è stato trovato dall’azienda e dai rappresentanti della Divisione Ambiente del Dipartimento della Giustizia, dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente (EPA), del Comitato Californiano per la qualità dell’aria (CARB) e della Commissione Federale del Commercio (FTC).
VARIE SOLUZIONI D’INTERVENTO - L’accordo è valido solo per gli Stati Uniti e dev’essere ancora perfezionato nei dettagli, ma rappresenta una base utile per chiudere le class action intentante dai consumatori. L’intesa è stata raggiunta l’ultimo giorno utile prima che la Volkswagen si trovasse ad affrontare un processo. I particolari dell’accordo non sono ancora noti, ma il gruppo tedesco si è detto disponibile a valutare soluzioni differenti: dare inizio ad una massiccia campagna di richiamo, annullare i contratti di leasing, offrire generose compensazioni o riacquistare le 480.000 automobili vendute negli Stati Uniti con montato il software irregolare. La Volkswagen dovrà inoltre creare un fondo destinato alla protezione dell’ambiente.
SPESE INGENTI - L’intesa definitiva verrà raggiunta entro poche settimane e dovrà poi essere sottoposta ad una valutazione pubblica, che inizierà il 16 luglio. Il raggiungimento di un accordo sposta ora l’attenzione sulle spese che l’azienda dovrà sostenere: le stime rimangono molto variabili e forniscono solo un ordine di grandezza, ma si parla di 10 miliardi di dollari. Non è stata confermata in modo ufficiale la notizia del generoso bonus riconosciuto dalla Volkswagen ai proprietari di una vettura non in regola, che potrebbe essere di 5.000 dollari.