IN SUD AFRICA CHE CALDO - Nella lingua del posto, Kalahari significa “luogo senz’acqua”. È in questo parco torrido e inospitale, situato nella parte settentrionale del Sud Africa al confine fra Borswana e Namibia, che collaudatori e tecnici della FCA si recano per mettere alla “frusta” i nuovi modelli in fase di sviluppo, che vengono guidati a lungo in condizioni assai impegnative per valutare la resistenza di ciascuna parte dell’auto anche a temperature ben superiori i 40° C. Del resto, se una vettura supera brillantemente prove di questo tipo in Sud Africa, è probabile che non tema affatto l’estate mediterranea o quella californiana. I collaudi in Sud Africa sono al centro del secondo episodio di FCA What’s Behind (lo vedi qui sotto), una serie di video in cui il gruppo italo-americano mostra il "dietro le quinte" delle fasi di ricerca e di sviluppo delle sue automobili prima dell'entrata in produzione.
VETTURE SOTTO STRESS - Questa parte del Sud Africa è poco ospitale anche per i tecnici, perché non esistono centri specializzati dove lavorare sull’auto: le auto infatti vengono spedite da Torino già dotate della strumentazione ed i collaudatori devono essere bravi a capire sul posto cosa non va, anche se lo scambio di informazioni con l’Italia è costante. Per ogni sessione di test vengono impiegati circa dodici vetture e venti tecnici, che valutano nello specifico il raffreddamento del motore, la climatizzazione all’interno, la resa dei materiali e la risposta dei sistemi di bordo. Il Sud Africa è stato scelto dalla FCA non soltanto per via del caldo costante, che facilita i test che devono essere ripetuti, ma anche per la presenza di benzina simile a quella italiana e per il tratto di strada lungo 55 km dov’è possibile non rispettare il limite di velocità: guidare così rapidamente è un’ulteriore fonte di stress per le auto.
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