FIAT FA L’UNANIMITÀ - Con l’acquisizione del 100% del Chrysler Group (marchi Chrysler, Jeep, Dodge, RAM, SRT) la Fiat è riuscita a ottenere il pieno dei consensi: i sindacati hanno commentato positivamente la novità; dagli analisti finanziari è arrivato un coro di giudizi favorevoli e di buono auspicio; infine la Borsa ha risposto entusiasticamente.
BORSA EUFORICA - Alle 15:19 di oggi alla Borsa di Milano il titolo Fiat è arrivato a 6,845 euro, con un incremento del 15,14% rispetto al giorno precedente. Quanto agli analisti, è generale la previsione di ulteriori incrementi, con quasi tutte le dichiarazioni che prevedono una crescita del valore azionario Fiat sino 7,5 euro, con punte del 7,9. Da parte di tutti viene sottolineato che l’operazione viene compiuta senza dover ricorrere a un aumento di capitale, vale a dire con le risorse finanziarie disponibili nel gruppo.
PERCHÉ È IMPORTANTE? - Ma perché è così rilevante l'acquisizione del 100% della Chrysler da parte della Fiat? È semplice: la Chrysler sta andando molto bene e genera profitti, ma stante la presenza del socio di minoranza Veba, alla Fiat - seppur socia di maggioranza - non era dato di utilizzare i profitti come meglio riteneva. In sostanza, non poteva utilizzare quei fondi per sostenere investimenti al di fuori della Chrysler, mentre le necessità del gruppo “unificato” oggi come oggi sono proprio relative alla Fiat, specialmente per il mercato europeo. Ora, con il nuovo assetto “unificato” delle due entità, il gruppo Fiat-Chrysler (il sesto al mondo per dimensioni) potrà elaborare le proprie strategie secondo la sua convenienza. In pratica si apre la porta a possibili investimenti alimentati con i buoni successi della Chrysler negli Usa. Proprio questo scenario è stato sottolineato, per esempio, dal Wall Street Journal, che a fronte del buon andamento del mercato americano e quindi della Chrysler, ha evidenziato le perdite accumulate dalla Fiat negli ultimi anni sui mercati europei, pur riconoscendo che si tratta di una sorta di inversione di ruoli, perché la Fiat a suo tempo ha investito nella Chrysler denaro, know how, tecnologia e uomini.
I SINDACATI RIVENDICANO MERITI - Da parte dei sindacati, una valutazione positiva è stata espressa anche da Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil. “Mi pare un fatto di grande rilevanza” ha dichiarato la Camusso, aggiungendo che ora “è indispensabile che Fiat dica che cosa intende fare nel nostro paese, come gli stabilimenti italiani possano trovare la loro collocazione produttiva nel gruppo, così come auspichiamo che la direzione dell'impresa, intendendo con questo la direzione strategica e la progettazione, resti italiana e mantenga una presenza qualificata in Italia”. Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, sottolinea: “Se la Fiat è ora con l'acquisto definitivo della Chrysler un gruppo globale è anche merito dei sindacati italiani” proseguendo “Spero che adesso l'opinione pubblica italiana riconosca l'errore di aver bistrattato la strategia di Marchionne e l'azione responsabile della Cisl e degli altri sindacati in questi anni difficili per il settore auto nel nostro paese ed in Europa. Se oggi la Fiat è un vero gruppo globale è anche merito nostro”. Per Luigi Angeletti, segretario della Uil: “È un evento storico - dice - finalmente avremo una società globale in grado di reggere i prossimi decenni sul mercato automobilistico mondiale. Un’azienda forte, solida dal punto di vista finanziario avrà risorse per investire anche in Italia, vendere su tutti i mercati e garantire tutti i posti di lavoro. Ora mi aspetto che, come è stato già assicurato, Fiat faccia gli investimenti negli stabilimenti italiani, con l'augurio che le macchine vengano poi vendute”.
I METALMECCANICI - Oltre ai dirigenti sindacali generali, ci sono poi gli interventi di quelli di categoria, più addosso alle tematiche specifiche del settore: “Il re è nudo - ha dichiarato Vittorio De Martino della Fiom torinese - Tutto era bloccato perché bisognava risolvere il problema con Veba. Ora la Fiat dica cosa intende fare”. Giuseppe Farina, segretario generale della FIM-Cisl ha dichiarato: “Una buona notizia: rafforza il ruolo della Fiat sui mercati mondiali, assicura la continuità degli investimenti e le prospettive produttive degli stabilimenti italiani”.
EMOZIONE DEI VERTICI - Quanto a un commento dell’amministratore delegato Sergio Marchionne e del presidente della Fiat, John Elkann (insieme nella foto in alto), si può far riferimento alla lettera-email inviata dai due alle maestranze del gruppo. Una lettera che evidenzia la sua eccezionalità fin dalle prime righe: “Cari Colleghi, L'emozione con cui vi scriviamo questa lettera è quella di chi negli ultimi quattro anni e mezzo ha lavorato per coltivare un grande sogno di integrazione industriale e culturale e oggi lo vede realizzato. È la stessa emozione che accomuna trecentomila persone nel mondo, protagoniste di questa giornata storica per la Fiat e per la Chrysler”. Raramente succede di leggere di emozione da parte di top manager di realtà economiche di caratura mondiale.
LUNGA MARCIA - Questo approccio è poi argomentato con la sottolineatura del lavoro comune compiuto dagli uomini Chrysler e Fiat, così da riuscire “a dare vita ad un costruttore di auto mondiale, tra i leader nel settore”. Il presidente della Fiat John Elkann dal canto suo ha tenuto a inserire un riferimento alla propria soddisfazione nello stesso comunicato ufficiale che ha informato dell’accordo: “Aspetto questo giorno sin dal primo momento, sin da quando nel 2009 siamo stati scelti per contribuire alla ricostruzione di Chrysler”. Sergio Marchionne invece ha voluto rimarcare l’importanza dell’operazione: “Nella vita di ogni grande organizzazione e delle sue persone ci sono momenti importanti, che finiscono nei libri di storia. L’accordo appena raggiunto con Veba è senza dubbio uno di questi momenti per Fiat e per Chrysler”.