SAREBBE DOVUTA ESSERE UNA “TUTTO AVANTI”. MA… - Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio del decennio successivo, matura tra i vertici della Fiat l’idea di ampliare la gamma delle “piccole” sportive con un modello aperto, più grintoso rispetto alla 850 Spider, da affiancare alle 128 Rallye e 128 Coupé. L’incarico di “vestire” con una nuova carrozzeria senza tetto la meccanica a trazione anteriore della Fiat 128 viene affidato alla Bertone, sui cui tavoli da disegno, ispirandosi alla “sua” Runabout, una piccola e originalissima barchetta su base Autobianchi A112, Marcello Gandini comincia a studiare un’aggressiva linea a cuneo del tipo “targa”, con il tettuccio rigido smontabile e riponibile nel bagagliaio anteriore.
La collocazione del motore al centro in senso trasversale, all’inizio, non convince affatto la Fiat, che si sarebbe “accontentata” senza problemi di una meno “esotica” versione spider della 128 con lo stesso schema “tutto avanti” della berlina. Ma alla fine - e per fortuna, verrebbe da dire, a giudicare il risultato finale - a spuntarla però è l’idea della Bertone. Ne viene fuori quasi una piccola supercar, se raffrontata al resto della produzione Fiat dell’epoca: due posti secchi “a un niente” da terra, fari retrattili, 880 kg di peso e una velocità massima, grazie anche a una silhouette molto slanciata e a un generoso spoiler anteriore, di oltre 170 km/h.
Davvero niente male, per una piccola “1300” da 75 CV. Lanciata nel 1972, la Fiat X1/9, il cui nome riprende il codice di progetto interno della vettura, taglia quest’anno il traguardo dei suoi primi cinquant’anni. Quale occasione migliore, quindi, per ripercorrere brevemente, in rigoroso ordine cronologico, le tappe della sua bella storia.
1974: Comincia l’assemblaggio delle Fiat X1/9 destinate agli Stati Uniti, un mercato in cui i precedenti modelli a cielo aperto della casa torinese, le 850 e 124 Spider, grazie alla loro linea fresca e sbarazzina avevano riscosso un buon successo. Il primo lotto di 10.000 vetture viene “bruciato” prima del previsto, e prende la via dell’America praticamente anche tutta la produzione del 1975. Sempre nel 1974, il reparto corse della Fiat mette a punto una versione da corsa della sua nuova baby-spider. Concepita per i rally, la X1/9 Abarth è mossa dallo stesso 1840 cc ad alimentazione singola della 124 Abarth: 200 CV, su un peso di 750 kg, avrebbero fatto miracoli, ma l’auto non troverà spazio nel Campionato del mondo, che la Fiat, per ragioni legate al marketing, preferisce disputare con la 131 fresca di lancio.
1975: Da un progetto congiunto con l’ingegner Giampaolo Dallara nasce la “Icsunonove Dallara”: si tratta di una nuova versione da corsa della Fiat X1/9, omologata secondo i regolamenti del Gruppo 5 e destinata, quindi, a sfidare le “silhouette” dei costruttori rivali nel Campionato del mondo sportprototipi. Il motore, che conserva il monoblocco del 1290 cc originale, ma beneficia di una nuova testata a sedici valvole, è alimentato da un impianto di iniezione meccanica Kugelfischer e sprigiona una potenza di ben 192 CV, sufficienti a spingere questa piccola “belva” alla soglia dei 230 km/h.
1976: Partono le prime consegne della Fiat X1/9 “Serie Speciale”, rinfrescata da un leggero restyling che consiste essenzialmente in uno spoiler anteriore di dimensioni più generose e di una decalcomania a contrasto che circonda tutta la vettura all’altezza delle fiancate. Nel frattempo, la piccola spider di casa Fiat conquista anche gli automobilisti del Regno Unito, che diventa il secondo mercato del modello per volumi dopo gli Stati Uniti.
1978: La produzione della Fiat X1/9 raggiunge le 100.000 unità. Debutta la versione “Five Speed” con il cambio a cinque marce: spinta dallo stesso 1.5 della Ritmo, ma con 85 CV al posto di 75, supera i 180 km/h. Il look originale è “appesantito” dai nuovi fascioni ad assorbimento d’urto in plastica nera.
1988: Alla fine dell’anno, dopo una carriera lunga 16 anni e un totale di circa 174.000 esemplari, si ferma la catena di montaggio della Fiat X1/9.
NON TUTTI FORSE SANNO CHE… - Il progetto della Fiat X1/9 prevedeva una serie di modelli derivati ai quali, a un certo punto del loro sviluppo, la dirigenza della casa torinese ha deciso di porre un semaforo rosso. Nei cassetti dei progettisti, in particolare, sono rimasti i disegni di una versione 2+2, di un esemplare con la scocca tutta d’alluminio e anche un paio di spider “pure”, completamente prive dei montanti posteriori.