MARCHIONNE PENSIERO - È la prima intervista di un certo peso rilasciata da Marchionne dopo la presentazione del piano industriale 2012-2016 (qui la news). L'amministratore delegato del gruppo Fiat sceglie Automotive News, il periodico degli addetti ai lavori del mondo dell'auto, per questa sua “uscita”.
TROPPE FABBRICHE - Il primo punto è sulla crisi: Marchionne dice che la preoccupazione è per il sovradimensionamento della capacità produttiva automobilistica europea. Secondo l’amministratore delegato di Fiat Group Automobiles, c’è un forte interesse delle economie globali per impedire che la recessione europea possa causare una crisi mondiale. Che non dovrebbe accadere, anche se l’Unione Europea non supporta il piano - richiesto da Marchionne come presidente Acea, l’associazione dei costruttori europei di auto - per ridurre l’eccesso di capacità produttiva.
MILIONI E PERDITE - Dall'intervista di Automotive News emerge come l’obiettivo della Fiat-Chrysler quest’anno sia vendere 4,2 milioni di veicoli (erano 4 nel 2011), con 2,4 da parte di Chrysler, mentre per il 2013 poco oltre 4,3 con almeno 2,6 Chrysler, anche se le variabili riguardano il mercato europeo. Cifre che rendono ancor più indispensabile la completa fusione (prevista, inizialmente, per il 2014), da effettuare nel rispetto delle regole finanziarie. Fiat ha accumulato perdite per 573 milioni di euro nei primi nove mesi, con 219 nel solo terzo trimestre a causa della chiusura estiva delle fabbriche.
MAZDA E ALFA - Marchionne è un fiume in piena e ad Automotive News dice che accordi con altri per costruire auto negli impianti Fiat sono in corso, ma non immediati: l’allusione a Mazda è risolta con l’affermazione che prima si partirà con la realizzazione comune di MX5 e Alfa Romeo Spider, poi si potranno affrontare altri progetti. SuI ritardo del piano per Alfa Romeo (le vendite sono scese a livelli della fine degli anni ’60), si riporta che era pronto nel 2010, quando l’alleanza con Chrysler era ancora immatura. Senza la quale, ora Fiat non potrebbe sostenere un piano Alfa. L'intervistatore chiede perché non vendere (ricorrono le voci dell’interesse di Volkswagen): per Marchionne, semplicemente, la ragione è che ci sono cose non in vendita.
DA ALFA A PANDA - A livello di prodotti, Marchionne parla anche della nuova Alfa 4C, dicendo che la produzione sarà limitata per i vincoli di scarsa produzione imposti dal motore 1.750 in alluminio e che non sarà pronta per il Salone di Detroit in gennaio. La Giulia è in pieno sviluppo e sarà costruita in Italia per il mercato mondiale. Una berlina Alfa con trazione posteriore potrebbe essere condivisa con la Maserati, anche in termini di produzione a Torino, e interessare anche il mercato cinese. Come la sport utility Alfa, sarebbe “grande abbastanza” e fabbricata in Italia. Mentre per il rilancio di Fiat in Europa si guarda all’allargamento della famiglia 500 e Panda, considerando anche Freemont un’estensione del concetto della flessibilità di Panda. Difficile rendere “media” (“compact” per gli americani) un’evoluzione della 500 salvandone lo stile, infatti la prossima 500X (la sport utility in arrivo) si può considerare come “large subcompact” (utilitaria ampia). Vago il discorso sull’erede della Punto: “è e resta in produzione”, dice Marchionne, “ma il marchio Fiat sarà in ultima analisi basato su Panda o 500: tutto il resto è irrilevante” dice ad Automotive News.
COLTELLINO SVIZZERO - Sergio Marchionne non prevede che la guerra dei prezzi costringa a spostare la produzione Punto fuori dall’Europa occidentale. “La Panda è un coltellino svizzero tra le utilitarie” dice ad Automotive News, “con la più ampia scelta di motori e trasmissioni, e di tipi di carburanti, domina il suo segmento in Europa”.
LANCIA E JEEP - Lancia avrà sostegno da modelli americani e, se si farà la Chrysler 100, potrebbe essere una futura Lancia. L’entusiasmo sembra ritornare a “Big Sergio” parlando della Jeep: marchio n. 1 per Chrysler, sta per battere il record di 800.000 auto vendute ogni anno, obiettivo per il 2014, mentre l’ambiziosa meta di un milione richiede più tempo: “Il marchio è in grado di farlo, e ci sembra di aver fatto le cose bene”.






























































