AVANTI COME PREVISTO - Finalmente Sergio Marchionne (nella foto) ha deciso: la Fiat conferma i propri piani per Mirafiori. Quella dell’amministratore delegato della casa non era una scelta scontata, a giudicare dalle voci che si sono rincorse nei mesi scorsi su un possibile spostamento negli Usa della produzione delle nuove suv a marchio Jeep e Alfa Romeo, originariamente destinata allo stabilimento torinese. Lo stesso management del Lingotto aveva più volte messo in discussione il piano. Tuttavia, ora sembra essersi convinto. Si parte. Il prossimo anno si comincerà a installare gli impianti produttivi e per la seconda metà del 2013 dovrebbe uscire dalla catena di montaggio il primo modello targato Jeep. Inoltre, sempre a Mirafiori è stata confermata la produzione dell’Alfa Romeo MiTo, “incluse nuove versioni e aggiornamenti”, si legge nella nota diffusa questa mattina dal gruppo.
NUOVO MOTORE - Allo stesso tempo, il Lingotto svilupperà in Italia il nuovo propulsore del Biscione, un 1.8 turbo a iniezione diretta di benzina. La produzione sarà avviata nei primi mesi del 2013 a Pratola Serra, nello stabilimento dell’avellinese Fma, società che fa capo al gruppo Fiat. In dettaglio, si tratterà di un quattro cilindri in grado di sprigionare fino a 300 cavalli. “Questa è la prima di una serie di iniziative che saranno implementate nel prossimo futuro per ristabilire una connessione tra l’Alfa Romeo e le proprie radici di marchio sportivo premium”, ha commentato Harald Wester, responsabile dei marchi Alfa Romeo e Maserati. “Il nostro obiettivo primario resta l’introduzione del marchio nel mercato Usa a partire dal 2013”.
ADDIO A CONFINDUSTRIA - “Cara Emma...”. Inizia così la lettera che Marchionne ha inviato al numero uno degli industriali italiani, Emma Marcegaglia, con cui fa sapere che Fiat e Fiat Industrial usciranno dall’orbita della Confindustria dal prossimo primo gennaio. I rapporti con i dipendenti saranno gestiti seguendo quanto “previsto dalle intese già raggiunte per Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco”, scrive il manager. Insomma, il Lingotto dice definitivamente addio al contratto nazionale, finora gestito dall’associazione degli industriali.
TITOLI GIÙ - Le mosse della casa torinese non convincono la Borsa. Al momento in cui scriviamo, le azioni della Fiat perdono il 3,42%, tornando così sotto la soglia dei quattro euro. Fa peggio la Fiat Industrial: -3,97% a 5,44 euro. A pesare sull’andamento dei titoli anche i dati sulle immatricolazioni in Francia, relativi a settembre: il gruppo italiano è sceso del 10,3% (-11,4% considerando i primi otto mesi dell’anno) a fronte di un mercato calato complessivamente “solo” dell’1,4%. Il mese scorso, l’unico marchio del Lingotto ad aumentare le immatricolazioni in Francia è stato Lancia (+23,2%); dall’inizio dell’anno, invece, è stata l’Alfa Romeo ad aver segnato la performance migliore: +35,3%