CONTI AL TOP... – La Fiat arranca in Europa ma si prepara a chiudere il 2011 con guadagni mai visti prima, in linea con gli obiettivi prefissati. Un paradosso? Non secondo Sergio Marchionne, amministratore delegato del Lingotto e della Chrysler, che ha parlato a ruota libera durante la presentazione delle due nuove Lancia: Thema e Voyager. Il manager italo-canadese guarda sempre più oltreoceano: “Le attività negli Stati Uniti e in Brasile sono le nostre maggiori fonti di reddito”. In altre parole, il calo delle immatricolazioni nel Vecchio Continente e, in particolare in Italia, dove la Fiat ha perso 210.000 auto in tre anni, è più che compensato dalle attività in America.
... MALGRADO I DOWNGRADE – Fatti due conti, sommando i risultati di gestione (grossomodo, il valore dei beni prodotti meno i costi sostenuti per produrli) previsti nel 2011 per Fiat e Fiat Industrial, rispettivamente di 2,1 e 1,5 miliardi di euro, si arriva a quota 3,6 miliardi, 200 milioni in più rispetto ai 3,4 miliardi che rappresentano il record del 2008. Vallo a spiegare alla Borsa, dove i titoli della Fiat hanno perso, dall’inizio dell’anno, il 32,7% e sono stati declassati da tutte le principali agenzie di rating: Standard & Poor’s, Moody’s e da ultima Fitch, il cui downgrade è arrivato l’altro giorno. Bocciature che, secondo Marchionne, “non influenzano i rendimenti”. Il motivo? “Abbiamo liquidità sufficiente per un bel po’ di tempo”.
L’ALFA RIPARTE DAGLI USA – La casa torinese va avanti per la sua strada, riconfermando non solo gli obiettivi per il 2011, ma anche quelli per l’anno prossimo. “Stiamo analizzando i numeri del 2012 in questi giorni, ma non credo che dovremmo spostarli”, ha detto ancora l’amministratore delegato. Certo, Marchionne ammette pure che “non sarà un grande anno, in particolare per l’Europa”; per questo, sta coltivando le attività in America, dove nel 2013 sbarcherà l’Alfa Romeo. La Chrysler, di cui la Fiat al momento possiede il 53,5% (ma dovrebbe arrivare al 58,5% entro fine anno), ha annunciato un investimento di 165 milioni di dollari (quasi 120 milioni di euro) per lo stabilimento statunitense di Sterling Heights, nello stato del Michigan, da cui tra due anni dovrebbe uscire una nuova berlina (l’Alfa Romeo Giulia?). Intanto, proseguono le votazioni dei dipendenti della casa di Auburn Hills, chiamati a esprimersi sulla bozza di contratto quadriennale concordato tra l’azienda e il sindacato statunitense Uaw. Dopo il voto favorevole del 55% dei lavoratori della Local 685, maggiore organizzazione territoriale che fa parte della galassia della Uaw, la strada sembra in discesa, ma non si escludono colpi di scena.
NUOVI MODELLI, MA SENZA FRETTA – Una cosa, comunque, è certa: Marchionne non ha fretta di lanciare altre vetture nel nostro paese. Il fatto è che il mercato dell’automobile italiana, in cui il Lingotto pesa per un terzo, è crollato dai 2,45 milioni d’auto immatricolate nel 2008 agli 1,75 milioni previsti quest’anno. “La gente si chiede dove sono i modelli nuovi: ma a chi li vendiamo?”