IN MANI CINESI - Alla fine sembra proprio che la Volvo finirà alla cinese Geely. Una soluzione che vi avevamo anticipato (leggi qui la news) e che la Ford, attuale proprietaria della Casa svedese, si auspica.
Innanzi tutto perché dietro alla Geely, a garantire la solidità finanziaria dell'operazione, ci sarebbe la Goldman Sachs, colosso bancario americano. Secondo, perché la Volvo per risanare i propri conti ha bisogno di incrementare le sue vendite e il mercato che oggi offre la miglior prospettiva è quello cinese: nei primi 9 mesi di quest'anno è cresciuto del 30% rispetto al 2008.
AUTONOMIA - La Geely ha recentemente promesso che manterrà gli attuali stabilimenti della Volvo, la rete di concessionarie e i centri di ricerca e sviluppo. Insomma, non sarebbe intenzionata a operare “tagli”. E, per di più, avrebbe lasciato intendere che la Casa svedese manterrebbe una propria autonomia, con il quartier generale a Göteborg.
Fondata 12 anni fa da Li Shufu, la Geely nel 2008 ha venduto in Cina 220.000 auto, contro le 385.000 unità, in tutto il mondo, della Volvo. A spingere l'imprenditore cinese sarebbe l'alta considerazione in fatto di qualità e sicurezza che godono le vetture svedesi agli occhi dei consumatori cinesi.
Secondo quanto riporta il quotidiano Wall Street Journal, in Cina verrà aperto un nuovo stabilimento della Volvo dalla capacità di 300.000 auto l'anno. In accordo alle previsioni della Geely, la Volvo ha il potenziale per vendere 200.000 auto l'anno in Cina, contro le sole 12.600 del 2008. Rafforzando la gamma con altri tre modelli di lusso, l'obiettivo sarebbe vendere globalmente entro 4 o 5 anni un milione di vetture, 600.000 delle quali tra Europa e Nord America.
PERPLESSITÀ - Alcuni analisti del settore sottolineano che, passando nelle mani della Geely, l'immagine della Volvo potrebbe risentirne. Un timore che era emerso anche in occasione della cessione alla indiana Tata di Jaguar e Land Rover, che poi si è rivelato largamente infondato.