SARÀ UNA VOLATA A CINQUE - Una cosa mai vista negli ultimi anni. Cinque piloti che nelle ultime cinque gare si contenderanno il titolo di campione del mondo 2010. I loro nomi? Mark Webber, Lewis Hamilton, Fernando Alonso, Jenson Button, Sebastian Vettel. Di questi, tre hanno già conquistato l’iride, a digiuno sono i due piloti Red Bull. Tre anche i team coinvolti in questo emozionante rush finale: Red Bull, McLaren, Ferrari per tre diverse motorizzazioni: Renault, Mercedes, Ferrari. Migliore storia non poteva esserci per promuovere ulteriormente una F.1 che negli ultimi anni ha sempre divertito risolvendosi nelle battute finali dell’anno. Il mondiale lascia l’Europa per affrontare tre appuntamenti in Asia (sul tracciato cittadino di Singapore, in notturna, sullo stupendo circuito di Suzuka, sull’inedito e speriamo pronto in tempo Yeongam nella Corea del Sud) poi volerà in Brasile nel vecchio tracciato di San Paolo e infine la prova finale negli Emirati Arabi, nello spettacolare scenario di Abu Dhabi. Da oggi analizziamo pregi e difetti dei cinque sfidanti. Cominciamo con Webber (che vedete in tutte le foto di questa pagina).
WEBBER, L’ULTIMA OCCASIONE - Ora o mai più? Già circolano voci di un suo possibile ritiro, sia in caso di vittoria sia in caso di sconfitta, ma Mark Webber ha seccamente smentito. La storia di Jenson Button, pilota che pareva sulla strada della pensione, ma sorprendendo tutti si è laureato campione del mondo con la Brawn nel 2009 e nuovamente quest’anno è in lotta per mantenere la corona, si specchia in quella dell’australiano. Anche lui lo avevamo bollato come pilota sulla via del tramonto, che si sarebbe sciolto al confronto interno col giovane arrembante Sebastian Vettel, e invece Webber ha saputo reagire trovando dentro se stesso quelle risorse, quelle qualità, che mai prima aveva potuto sprigionare completamente. Mark è un bel pilota, ma che ha sempre commesso, nei suoi anni di carriera, qualche errore di troppo. Che continua a fare del resto, sbagliando le partenze, per esempio. Oppure, di tanto in tanto tende ad eclissarsi.
È RIFLESSIVO - Ma l’età (34 anni) lo rende più riflessivo di un tempo, più attento e prudente nei tentativi di sorpasso, come accaduto a Monza con Nico Hulkenberg, meno impulsivo. È comunque uno tosto, concreto, buon politico e difatti non ha mancato di far arrivare il messaggio che il suo team tende a favorire il compagno Vettel. Webber al culmine di una bella e lunga carriera ha avuto la fortuna, o il merito, di trovarsi nel team giusto nell’anno giusto, quello in cui il progettista Adrian Newey gli ha disegnato una monoposto favolosa. La RB6 si adatta praticamente a tutti i circuiti, Monza e Montreal le uniche pecche, e la strada sembra tutta in discesa.