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Giro d’affari enorme per i ricambi contraffatti

18 luglio 2013

Secondo l’Ocse ammonta a 16 miliardi di dollari l’anno a livello mondiale, a discapito della sicurezza stradale e dell’ambiente.

Giro d’affari enorme per i ricambi contraffatti
MADE IN CINA - Periodicamente finisce sulle prime pagine dei giornali la notizia di un maxi-sequestro di ricambi contraffatti che, manco a dirlo, dall’Asia (Cina su tutte ma anche Singapore, India e Vietnam) giungono fino ai nostri porti. L’ultimo in ordine di tempo risale allo scorso gennaio, quando a Napoli sono stati scoperti circa 35.000 pezzi pronti per essere immessi sul mercato. Secondo quanto riportato dalla Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, il giro d’affari mondiale ammonterebbe a 16 miliardi di dollari l’anno, con un tasso di crescita del 10%.  Se restringiamo il campo all’Italia, secondo il Censis (Centro studi investimenti sociali), “ballano” circa 120 milioni di euro. Una vera e propria piaga sociale che, nonostante la normativa europea e le conseguenze penali (si rischia l’arresto da sei mesi ad un anno ed una sanzione da 10.000 a 50.000 euro), complice la congiuntura economica, continua a dilagare. 
 
PERICOLO SICURREZZA - Oltre al danno economico per i produttori di ricambi originali, il mercato nero della contraffazione si ripercuote negativamente sull’integrità delle vetture, con conseguente pericolo non solo per la sicurezza stradale ma anche per l’ambiente a causa dei materiali utilizzati non omologati.  Secondo l’OCSE, il triste primato nella classifica dei pezzi contraffatti spetta ai dischi freno (18%) seguiti dalla tiranteria dello sterzo (17%), dalla pastiglie dei freni  e i ricambi del motore (16%), i filtri dell’aria, i filtri e le pompe dell’olio (4%). 
 
RISPARMIARE SI PUÒ - Ricordiamo che chi volesse risparmiare sul prezzo di listino dei ricambi originali, senza compromettere la propria sicurezza e quella degli altri, può rivolgersi ai ricambi identici a quelli forniti di serie ma con il marchio del produttore terzo, a quelli equivalenti e a quelli alternativi. Possono inoltre essere utilizzati ricambi usati, sottoposti a revisione prima di essere commercializzati e quelli rigenerati che devono superare il controllo di efficienza, qualità e sicurezza. 


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Ritratto di Jinzo
18 luglio 2013 - 18:10
se fossi un cinese con un azienda per produrre pezzi di ricambio, mi farei dare licenza dalle case automobilistiche per creare i loro pezzi a basso costo tutto in regola... costeranno niente e il giro da 16 miliardi ce lo pulito...già ci sono molte aziende che lo fanno e i prezzi sono molto concorrenziali figuriamoci se prodotti in cina o bangladesh o meglio in africa
Ritratto di monodrone
19 luglio 2013 - 10:50
tutte le case montano prodotti made in china o asia ferrari lambo e compagnia bella comprese. è la solita scusa: comprare un prodotto fatto in cina ma ribollato in italia va bene, se invece lo compro da un canale diretto cinese apriti cielo. e cosa cambia?; la verità è che sui ricambi le case automobilistiche ci campano (ecco perché l'elettrico non decolla è esente da manutenzione). lo stesso pezzo originale costa un rene, lo stesso ma col marchio della fabbrica costruttrice meno della metà. esempio? impianto frenante originale honda nuovo per il mio civic più di 800 euro montati, TarOx baffati forati e tubi aeronautici 480 montati. vedete voi...