NESSUNA CRISI: INTERESSE PER TUTTI - A smentire le voci di forte incrinatura dell’alleanza tra il gruppo PSA Peugeot-Citroën e General Motors, l'amministratore della Opel Thomas Sedran ha voluto riaffermare la validità dell’intesa e il suo procedere positivo con colloqui volti a individuare nuovi progetti da sviluppare. Sedran ha affrontato l’argomento in un’intervista al settimanale economico tedesco Wirtschaftswoche, in cui ha affermato che “i vantaggi operativi e tecnici che si intravedono nei colloqui sono importanti per entrambe le parti, che hanno tutto l’interesse ad arrivare quanto prima a una concretizzazione con l’avvio dello sviluppo di nuovi prodotti”.
QUATTRO MODELLI SUL TAPPETO - Il piano in discussione riguarderebbe quattro nuovi modelli per il biennio 2016-17: l’erede dell’Opel Zafira, due “compatte” e una berlina alto di gamma che dovrebbe sostituire l’Opel Insignia e la Citroën C5. Sul fronte commerciale Sedran ha anche parlato dei programmi che la Opel ha in serbo per la Russia e la Turchia, dove l’immagine di costruttore tedesco dovrebbe rappresentare un volano utile. Altro argomento trattato sono state le prospettive legate al mercato cinese, dove la Opel vende circa cinque mila unità all’anno. “Vogliamo crescere - ha detto Sedran - ma là si può avere successo soltanto se si produce in loco”.
IL PERCHÉ DELLE VOCI DI ROTTURA - La PSA e la General Motors nel febbraio scorso hanno dato vita a una alleanza che ha visto la GM acquisire il 7% del capitale del gruppo francese (nella foto gli amministratori delegati Dan Akerson e Philippe Varin durante la firma). L’intesa prevedeva una serie di modelli in comune e la collaborazione per attività nella logistica e nella componentistica, con reciproci risparmi milionari. Successivamente sono nate le voci di screzi in seguito alla garanzia statale ottenuta dal gruppo PSA dal governo francese per un prestito di sette miliardi di euro, ritenuto indispensabile per poter proseguire l’attività. La General Motors avrebbe giudicato l’operazione come una perdita di potere di controllo da parte degli azionisti PSA, a favore dello Stato francese: “ci siamo seduti al tavolo in due e ci siamo ritrovati in tre; non è quello che prevedevamo” erano state le parole circolate in ambienti GM poco dopo l'ottenimento della garanzia statale di sette miliardi di euro da parte del gruppo PSA.