SONO SOLTANTO VOCI? - Si tratta di indiscrezioni tutt’altro che confermate, siamo d’accordo, ma l’esistenza di forti tensioni ai vertici del Gruppo Volkswagen è nota da tempo. Le notizie sono frammentarie ma il succo è questo, secondo quanto riportato da Manager Magazin, Reuters e Handelsblatt : si dovrebbe riunire uno speciale comitato “di mediazione” proprio per discutere del futuro di Herbert Diess (nella foto qui sopra). Questo comitato, convocato molto raramente, è composto da Hans Dieter Poetsch, presidente del consiglio di sorveglianza e ceo del maggiore azionista di Volkswagen, Porsche SE; Stephan Weil, governatore della Bassa Sassonia, il Lander che ha il 20% dei diritti di voto in Volkswagen; il presidente del consiglio di fabbrica Daniela Cavallo e Joerg Hofmann, a capo del più grande sindacato tedesco, IG Metall. Questo ristretto gruppo si dovrebbe riunire addirittura per decidere del destino del ceo, da qualche tempo al centro di parecchie turbolenze.
LA FIDUCIA VACILLA - Si hanno anche notizie di una recente riunione del consiglio di sorveglianza particolarmente accesa. Fonti anonime raccontano infatti di rappresentanti sindacali che hanno espresso sfiducia nei riguardi di Diess già prima di questo incontro e critiche sarebbero arrivate anche dal governatore Weil. I rapporti con i sindacati sembrano essere ai minimi storici e questo si è riflesso sulla riunione degli scorsi giorni, nella quale, secondo Handelsblatt, si è visto che la maggioranza non considera più Diess come la persona adatta per il suo ruolo. Questa presa di posizione ha indotto Diess ad annullare un suo incontro con investitori statunitensi a New York per partecipare ad un’assemblea dei lavoratori.
CONTENIMENTO DEI COSTI E RELAZIONI SINDACALI - I sindacati sono molto importanti nel consiglio di sorveglianza, dato che il modello tedesco delle relazioni industriali prevede una sorta di cogestione e i rappresentanti di lavoratori e dirigenti sono la metà dei consiglieri. A questi si aggiungono i rappresentanti del Lander, Weil e Althusmann, che spesso sono in accordo con quelli sindacali. La tensione fra Diess e i sindacati è molto alta ormai da tempo, anche perché se il ceo ha impiegato mesi e mesi a farsi prolungare il contratto, è stato più veloce nel liberarsi del sindacalista Bernd Osterloh, ex potente presidente del consiglio di fabbrica. Le tensioni si sono ulteriormente acuite dopo che Diess aveva dichiarato, durante una riunione del consiglio di sorveglianza cui partecipava come ospite, che una transizione troppo lenta verso le auto elettriche avrebbe messo a rischio 30.000 posti di lavoro per la concorrenza di Tesla e del suo stabilimento tedesco (qui per saperne di più). Un successivo intervento del ceo, che ha dichiarato che i cali della produzione dovuti alla carenza dei chip imponevano comunque tagli al personale, ha ulteriormente rinfocolato le polemiche e gli attriti con i sindacati. Anche se il discorso di Diess è stato realistico - i mancati incassi dovuti ai rallentamenti della produzione non sono, a suo giudizio, ulteriormente compensabili con manovre sui prezzi e spinte commerciali verso modelli più costosi - questa presa di posizione non può che gettare altra benzina sul fuoco, rendendo il comitato di mediazione forse più simile ad un tribunale speciale.