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Guerra Russia-Ucraina: danno da 4,2 miliardi per l’export italiano

Pubblicato 07 marzo 2022

La crisi dei cablaggi, la cui produzione mondiale è dominata dall’Ucraina, si ripercuote sulla filiera dell’auto. A rischio le forniture italiane destinate alla Germania.

Guerra Russia-Ucraina: danno da 4,2 miliardi per l’export italiano

DANNI COLLATERALI - Prima la pandemia di Coronavirus, poi la carenza globale dei semiconduttori. Nel pieno dell’accelerazione verso la transizione ecologica, in uno dei momenti storici di per sé più delicati e complessi della sua storia, l’industria dell’auto continua ad arrancare sotto i colpi di una crisi che ora si allarga a un altro settore. Come rivela un articolo del quotidiano Il Gionale, si tratta del comparto dei cablaggi, il “fascio di cavi” di collegamento contenuto all’interno dei veicoli, un pezzo della filiera che coinvolge in presa diretta anche l’Italia. Il conflitto tra Russia e Ucraina, che ha spinto la maggior parte dei costruttori europei a intervenire con un embargo commerciale di fatto nei confronti di Mosca (qui una prima mappa del boicottaggio), sta mettendo a forte rischio le forniture italiane dei collegamenti elettrici destinate alla Germania, per un valore di 4,2 miliardi di euro, il 21% della produzione totale italiana di componenti per auto.

SENZA CABLAGGI LE LINEE SI FERMANO – Secondo quanto riporta l’articolo del quotidiano Il Giornale, insieme al Marocco, infatti, l’Ucraina è tra i maggiori produttori mondiali di cablaggi, e in una filiera corta e senza scorte come quella dell’auto lo stop della produzione automobilistica può verificarsi da un giorno all’altro. Scenario che si è già concretizzato negli stabilimenti tedeschi di Volkswagen, Porsche, Audi e BMW, “con pesanti ricadute sulle fabbriche di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia”, spiega in un’intervista a Il Giornale Pierangelo Decisi, presidente della Sigit, multinazionale che si occupa di interni per auto, e vicepresidente del Gruppo Componenti dell’Anfia. La crisi dei cablaggi avrà un impatto minore sui gruppi Stellantis e Renault, che per queste forniture fanno riferimento ai poli nordafricano e serbo, e sulla Mercedes, che si rivolge ai paesi dell’ex Jugoslavia, osserva Decisi. Che però avverte: “Il dato di 4,2 miliardi delle forniture per i big tedeschi si riferisce al 2021, ma ora la ‘tempesta perfetta’ si è trasformata in ‘perfettissima’”.

IL PROBLEMA DELLA CASSA INTEGRAZIONE - Proprio la Sigit è una delle imprese italiane che si trova a dover fare i conti con le pesanti conseguenze delle interruzioni della produzione e dei problemi delle catene di approvvigionamento. Il 40% della manodopera polacca dell’azienda è di origine ucraina, e molti giovani operai hanno lasciato il lavoro per tornare in patria a combattere. Un danno che, sommato alle difficoltà indotte dalla crisi tra Russia e Ucraina negli altri stabilimenti dell’Europa orientale, è quantificabile in una decina di milioni di euro. La situazione, inoltre, è resa ancor più grave dal fatto che, spiega Decisi, nei paesi est-europei “non esiste la cassa integrazione” e quindi “siamo chiamati a sostenere le famiglie” dei lavoratori. Un ammortizzatore sociale che rischia di esaurirsi molto in fretta, con un pesantissimo impatto sui conti dell’azienda. Di qui la proposta dell’imprenditore svizzero-torinese al premier Mario Draghi di chiedere alla Commissione Ue l’istituzione di una sorta di “cassa integrazione generale”, da attivare in casi di estrema difficoltà. Sulla scia, insomma, di quanto è stato fatto dopo le chiusure per la pandemia.

LE PREVISIONI NON SONO CONFORTANTI - Secondo Decisi “bisogna garantire subito fondi alle aziende per far fronte ai bisogni dei dipendenti. Ma applicare gli ammortizzatori solo per gli impatti in Italia e non nei Paesi colpiti dalla guerra creerà un disastro - avverte il presidente della Sigit -: loro affonderanno e noi a chi venderemo?”. A questa riflessione, osservando gli sviluppi degli avvenimenti in Ucraina e nei paesi limitrofi, si aggiunge quella sulle delocalizzazioni produttive nell’Est Europa. Per Decisi, dato il momento di forte incertezza e stabilità, i costruttori di automobili devono “pensare al cosiddetto Near regional reshoring”. Di cosa si tratta? In poche parole, di farsi trovare pronti con un piano B, prevedendo con maggior precisione "le interruzioni dei flussi di approvvigionamento, che possono derivare non solo da eventi geopolitici, ma anche per i cambiamenti climatici e le possibili pandemie che ancora non sono finite”.



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Ritratto di alvolantone
7 marzo 2022 - 11:14
Prevedo un ritorno a una specie di medioevo sotto diversi aspetti. Accadono cose negative, ce ne autoimponiamo altre limitanti, ci industrialmente organizziamo per delle ulteriori altrettanto male. Ed ecco che le cose vanno sempre peggio.
Ritratto di alvolantone
7 marzo 2022 - 11:18
Per fortuna almeno potremo continuare a comprare prodotti provenienti da altri continenti quali Usa o Cina, che sembrano molto meno propensi alla (auto)sofferenza industriale che invece caratterizza noi in EU.
Ritratto di otttoz
7 marzo 2022 - 11:27
ecco cosa accade a pascere dittatori quali putin erdogan Xi Jinping
Ritratto di Trattoretto
9 marzo 2022 - 16:30
Concordo. Alimentare mostri è sempre negativo. Perché quando si sentono abbastanza forti, aggrediscono
Ritratto di AndyCapitan
9 marzo 2022 - 18:45
4
ma voi vi credete che la russia abbia bisogno di noi?.....quando dalla sua ha amici come cina e india?.....i contrappesi geopolitici stanno cambiando repentinamente e noi europei siamo solo il 5% degli abitanti mondiali!....fatevi due calcoli su chi comandera' il mondo da qui in avanti!
Ritratto di eMA313
16 marzo 2022 - 11:43
la quantità di abitanti è un dato importante solo quando si tratta di soldati al macello. per il resto conta chi ha il potere imperiale. la Cina crede di averlo, ma non ce l'ha. comanda l'America.
Ritratto di Alvolantino
7 marzo 2022 - 13:02
L'importante é fermare la guerra, ma non per questione economiche, quanto per vittime innocenti. Delle auto poco importa, anche perché non ho intenzione di cambiare la mia bellissima ev ⚡ Poi comunque ci sono i vari ammortizzatori, come RDC, cassa integrazione, naspi ecc...
Ritratto di Reallyfly
7 marzo 2022 - 18:30
che discorso egoistico, sai che indotto c'è sotto, e sai quanti milioni di famiglia mangiano grazie agli stipendi del settore?
Ritratto di Alvolantino
7 marzo 2022 - 18:57
Come dicevo ci sono i vari sussidi per chi rimarrà a casa, e troverà da un'altra parte. Inoltre il settore é già destinato a calare con l'avvento delle auto elettriche non inquinanti, per cui tanto vale uscire prima. ⚡
Ritratto di Tu_Turbo48
7 marzo 2022 - 20:49
@Alvo che discorso da vero ingnorantone (che tra l'altro sei). Vedi che anche la tua paghetta settimanale del Papi, è già destinata a calare. No Work No Money No Car Electric.!!!
Ritratto di CR1
8 marzo 2022 - 06:37
questa volta alvolantino non ti difendo , se sei un poverello ed hai bisogno di sovvenzione statale per comprarti la macchinina ti consiglio di usare la bici a spinta di soli pedali muscolare , ti farà bene allo spirito al fisico e metterai nel salvadanaio tanti soldini per comprare la macchina , inoltre sarai SUPERGREENNN
Ritratto di Oxygenerator
8 marzo 2022 - 09:37
@ Turbo e CR1 Credo che su un punto Alvolantino abbia ragione. L’industria automobilistica così come la conosciamo, è destinata a cambiare e a calare. L’avvento delle auto elettriche, cambierà non solo il panorama automobilistico, ma anche le sinergie industriali. E non solo perchè un’auto elettrica è costituita da migliaia di pezzi in meno, rispetto ad una termica. Nel prossimo futuro nelle città più attrezzate, il ruolo dell’automobile, potrebbe essere sostituito dai quadricicli leggeri o pesanti elettrici, con autonomie intorno ai 150/200 km. Parecchie zone delle città, diventeranno pedonali e ztl ( a milano ne han pensate altre 12, oltre s quelle già esistenti ) rendendo l’auto privata, più complessa da utilizzare. A mio avviso, molti sceglieranno, per tanti di questi motivi ( non ultimo il problema della ricarica ) , di non ricomprare l’auto. Diverso il discorso per chi si muove all’esterno delle città. Certo tutto puó essere rallentato in questo momento per la guerra in corso e gli strascichi della pandemia, ma il corso sembrerebbe questo. In un panorama simile, almeno in europa, mi sembra impossibile immaginare listini da 30 auto per marca, come attualmente fanno i tedeschi. Vedo anch’io un destino calante per l’industria automobilistica attuale. Sia come dimensioni che come forza numerica impiegata. Vedremo.
Ritratto di AndyCapitan
9 marzo 2022 - 18:50
4
gli ammortizzatori sociali possono andar bene per qualche mese....ma senza lavoro con cosa guadagnano gli stati???....per l'automotive prevedo anni molto bui se non scendono al tavolino della pace europea....devono trovare un dialogo...
Ritratto di Oxygenerator
7 marzo 2022 - 13:23
Ovviamente, in un mondo interconnesso, una fase che disfunziona blocca anche le altre.
Ritratto di deutsch
7 marzo 2022 - 13:42
4
l'Italia esporta sempre più di quanto importa. sicuri che convenga limitare gli scambi internazionali?
Ritratto di CR1
8 marzo 2022 - 06:41
SI Sicuro conviene limitare, anzi eliminare del tutto gli scambi internazionali -quelli fatti di bombe-
Ritratto di LanciaRules
7 marzo 2022 - 15:34
Col governo dei migliori il fallimento è assicurato
Ritratto di Vincenzo1973
7 marzo 2022 - 15:52
chi potrebbe fare meglio?
Ritratto di Volpe bianca
7 marzo 2022 - 16:12
anche i Muppets riuscirebbero a fare meglio.
Ritratto di Vincenzo1973
7 marzo 2022 - 16:25
cosa dovrebbero fare per esempio?
Ritratto di giulio 2021
7 marzo 2022 - 16:30
Chissà cosa dovrebbero fare... Però è ovvio che faranno tutto al di fuori dell'Europa, l'Europa ormai sarà al traino di queste potenze anche economicamente, non siamo più centrali su niente, e ci è voluto questo per accorgersene.
Ritratto di Volpe bianca
7 marzo 2022 - 16:40
Intanto dovrebbero pensare a come fare per accogliere il milione circa di ucraini che stanno arrivando, magari cercando per un po' di tempo di evitare di accogliere i soliti "turisti" che arrivano di continuo dal mare per spacciare e percepire il rdc. Poi sperare che almeno stavolta ci sia una distribuzione omogenea di queste persone in tutti i paesi europei affinché ad ognuno di loro venga offerto un aiuto dignitoso. Chi dovrà pensare a tutto questo? La Lamorgese....
Ritratto di Vincenzo1973
7 marzo 2022 - 17:04
sembra di leggere Salvini.. intanto non saranno un milione. vogliono tornare a casa loro e staranno, la maggior parte, nei paraggi del confine. secondo il rdc (votato da m5s e lega, giusto per ricordarlo) lo hanno solo i residenti , quindi a loro non tocca. terzo alternative non ce ne sono. si gestiscono i problemi..
Ritratto di Volpe bianca
7 marzo 2022 - 17:19
Forse il Salvini di tempo fa, adesso anche lui è al guinzaglio....compreso tutto il suo partito. Nella mia regione stanno arrivando pullman ogni giorno. Il rdc è stato percepito anche da non residenti, guarda quanti cittadini dell'est Europa sono stati scoperti, anche oggi...e quanti spacciatori e poi "camperisti" dall'accento slavo... Rubano nelle case e in più hanno il rdc perché fanno un figlio ogni anno... Il problema lo gestici ponendo dei limiti entro i quali si possono aiutare tutti, il resto lo faranno gli altri paesi europei, se ne hanno voglia. La posizione dell'Italia e in generale dell'Europa è molto meno rilevante di quanto ci si potesse aspettare, siamo spettatori di decisioni e strategie altrui.
Ritratto di Vincenzo1973
7 marzo 2022 - 17:39
se e' stato percepito illegalmente e' altra cosa pero..per lontananza geografica,l'Italia ne accogliera' meno. stanno arrivando solo donne e bambini, persone che vivevano serenamente nel loro paese ed a tutto pensavano eccetto che dover scappare in questo modo. in ogni caso va fermato, perche se passa questa, allora siamo ricattabili fino alle fine dei suoi giorni
Ritratto di Volpe bianca
7 marzo 2022 - 17:44
@Vincenzo1973 non so tu, ma nell'articolo non vedo più i commenti, sono riuscito a leggere il tuo e a risponderti solo perché ho aperto la mail con l'avviso del tuo commento...mah
Ritratto di Magnificus
7 marzo 2022 - 18:03
Intanto andare a lavorare...ma veramente....una settimana a asfaltare strade il mese di luglio...poi vista l’esperienza cominciare a valorizzare chi lavora per 1400€ al mese (per chi li prende)invece di trattarli come pecore da tosare
Ritratto di KT1007
7 marzo 2022 - 18:25
Mi associo a Vincenzo1973. Tutti bravi a criticare ma in concreto nessuno dice come potremmo modificare l'operato del Governo, rispetto a questa guerra. Siamo nella Nato e siamo nella UE, non possiamo certo andare contro le loro risoluzioni e scelte. La stanno gestendo male? Può darsi ma sicuramente non è colpa di QUESTO Governo. Semmai incolpiamo gli ambientalisti che hanno stupidamente costretto la dismissione delle centrali nucleari sul territorio italiano, quando comunque esistono e funzionano sul confine francese. Se accadesse qualcosa noi saremmo coinvolti lo stesso, quindi vietarci il nucleare a che è servito? Solo a dipendere da altri Stati, trovandoci ora a pagare cifre folli per le forniture energetiche. E agli imprenditori che adesso piangono e chiedono la Cassa Integrazione io risponderei senza mezzi termini: Vi siete arricchiti con la delocalizzazione, portando gli stabilimenti dove la manodopera costava meno? Benissimo, adesso prendete quei guadagni maggiori e sostenete i vostri operai senza lavoro. Comodo volere la botte piena e la moglie ubriaca. È finita la pacchia.
Ritratto di Trattoretto
7 marzo 2022 - 16:12
E pensa con quello dei peggiori cosa accadrebbe
Ritratto di GianEnri
7 marzo 2022 - 18:29
Ci dica chi potrebbe fare meglio
Ritratto di Trattoretto
7 marzo 2022 - 16:15
Hanno disinvestito dall'Italia perché nell'est Europa gli offrivano la botte piena e la moglie ubriaca ... finché gli andava bene non si lamentavano
Ritratto di Dario Visintin
7 marzo 2022 - 18:46
1
E speriamo che i terribili sviluppi di questo conflitto si fermino, altrimenti tutta l'Europa occidentale vedrà nero anzi rosso. L'aspetto della globalizzazione ha risvolti positivi in tempo di cosi detta pace anche se le multinazionali la vedono in un altro modo. IL lavoro è la condizione unica per vivere, quindi gli investimenti anche in quei paesi che fino a qualche decennio era di casa la povertà ,oggi si trasforma in un relativo benessere .E qui però occorre fare i conti con chi gas metano petrolio. Condizione per avere una concreta stabilità è il non essere troppo sbilanciati con gli scambi commerciali, attenzione però le materie prime fanno una notevole differenza diciamo cinque a uno .L'errore che oggi abbiamo sul piatto è aver nascosto la testa per troppi anni ascoltando i troppi no in fatto di estrazioni ecc ecc. E saremo ancora di più ricattati se la transizione verso l'elettrico non sarà compensata da una netta autonomia di ogni stato, e oggi l'Europa è in ritardo di un decennio, per farla breve chi ha le risorse ,gas petrolio ecc ha un potere inimmaginabile.
Ritratto di Citroen DS 23
7 marzo 2022 - 20:10
Lavorando proprio in questo settore posso confermare quanto detto dall'articolo. Spesso per tenere il prezzo ai minimi termini la produzione viene affidata all'estero piuttosto che assemblare in Italia. Anche le scorte sono poche, si lavora molto, ahimè, con la consegna just in time.
Ritratto di CR1
8 marzo 2022 - 06:53
Non preoccupiamoci del danno per l export settore auto , Verrà compensato dal maggior export del settore bellico , visto che il settore auto evolve e inostri componentisti han già tanta paura di cambiare in elettrico mentre le bombe si evolvono ma scoppiano sempre allo stesso modo
Ritratto di Dario 61
8 marzo 2022 - 17:49
Purtroppo lo scenario è estremamente drammatico. Quando ne usciremo sarà come lasciarsi alle spalle due guerre quasi in contemporanea: una la pandemia, l’altra quella vera e propria Ucraina. Le conseguenze saranno disastrose.
Ritratto di Trattoretto
9 marzo 2022 - 16:35
Una volta (neanche tanto tempo fa) c'era il blocco URSS-Cina con cui l'occidente non aveva nessuna relazione economica o quasi. E per l'Italia è stata una fortuna