ALTRO TARGET - No, grazie: questa è, in estrema sintesi, la posizione della
Porsche relativamente alla
guida autonoma. Il parere, netto, deriva dall’attuale amministratore delegato della casa di Stoccarda, Oliver Blume (
nella foto, che ha sostituito in autunno Matthias Muller, chiamato a capo del gruppo Volkswagen dopo le dimissioni di Martin Winterkorn). In un’intervista al quotidiano
Westfalen-Blatt ha infatti dichiarato: “Chi compra una Porsche vuole guidarla da sé”. La linea è la stessa della Lamborghini, altro prestigioso marchio del gruppo Volkswagen: d’altronde, è proprio sul piacere di guida e sull’esclusività delle proprie auto che i due costruttori si concentrano. Aspetti differenti, evidentemente, rispetto a quelli di produttori premium - si pensi solo al trittico Audi, BMW o Mercedes - che invece guardano con interesse alla guida autonoma.
PIÙ PULITE CHE AUTONOME - Secondo gli analisti del Boston Consulting Group, il mercato dei mezzi a guida autonoma potrebbe contare il 13% delle auto vendute entro il 2025, una fetta che vale circa 40 miliardi di euro, approssimativamente. Stando tuttavia alle dichiarazioni di Blume, la Porsche si concentra su altre tecnologie: entro il 2018 debutterà una versione ibrida ricaricabile (di tipo plug-in) della 911, con un’autonomia in modalità solo elettrica pari a circa 50 km; inoltre, entro il 2020, è in cantiere il primo mezzo a propulsione elettrica della Porsche, che dovrebbe avere una potenza prossima ai 600 CV e un’autonomia di 500 km indicativi. Un progetto, quest’ultimo, che comporta un investimento prossimo al miliardo di euro.