TROPPO POCO - Il settore dell’auto è uno dei più colpiti dagli effetti della pandemia. Per provare a ridare un po’ di smalto a un mercato che è stato praticamente azzerato dalle misure contenitive, il Governo italiano dovrà fare ben di più di ciò che ha inizialmente previsto nel Decreto rilancio e cioè è il bonus per fotovoltaico e le colonnine, che si aggiungono all’ecobonus statale già disponibile per l’acquisto di auto elettriche e ibride (fino a 60 g/km di emissioni di CO2), che recentemente è stato rifinanziato con 20 milioni di euro.
MANOVRE IN COMMISSIONE - In questi giorni si sta discutendo in commissione Bilancio alla Camera sulle misure da inserire nel Decreto rilancio in favore del settore auto. Tra gli emendamenti depositati da alcuni partiti della maggioranza di Governo come il Partito Democratico, Leu e Italia Viva vi sono quelli che prevedono un incentivo di 4.000 euro (2.000 da parte dello Stato e 2.000 da parte dei concessionari) a partire dal primo di luglio fino al 31 dicembre 2020, a fronte della rottamazione di una vettura di almeno 10 anni di vita e acquisto di una vettura Euro 6 con emissioni di CO2 superiori a 61 g/km. Questo emendamento, proposto per consentire ai concessionari lo smaltimento degli stock di vetture Euro 6, non ha trovato l’appoggio del Movimento cinque Stelle, tuttavia, stando a quanto trapelato nelle ultime ore, la posizione dei pentastellati si sarebbe ammorbidita, quindi l’accordo sembrerebbe più vicino. La “moneta di scambio” richiesta dal M5S sarebbe un incremento dei bonus già previsti per l’acquisto di auto ibride ed elettriche.
LA POSIZIONE DELL’UNRAE - Ad appoggiare gli incentivi per l’acquisto di auto Euro 6 vi è l’UNRAE, l’associazione che rappresenta le case esetere in Italia, che qualche giorno fa aveva assunto una posizione molto dura contro contro il Governo sottolineando che “Chi ha veramente a cuore il Paese ed il lavoro, e non i provvedimenti di bandiera, dovrebbe avviare una seria strategia di sviluppo, a tutela di un settore che rappresenta un decimo del PIL e delle entrate fiscali dello Stato: un settore che oggi rischia di scomparire, e per il quale non sono state trovate ancora risorse adeguate. Nelle ultime ore, addirittura, è stata paventata ancora la volontà - di parte della maggioranza - di limitare gli incentivi ai soli veicoli con un prezzo di listino inferiore a 18.000 euro, e di escluderne tutti gli Euro 6 di ultima generazione a prescindere dal loro livello di emissioni. Una misura del genere andrebbe a favorire pochissimi marchi fra le decine presenti nel segmento, creando una grave distorsione del mercato senza riuscire a rilanciarlo, con effetti nefasti sulla clientela (minore scelta e minori sconti), sulle emissioni medie (ricambio rallentato del parco circolante) e sul gettito dell’Erario (minore IVA incassata dallo Stato)”.