PROBLEMI ED ELEZIONI - Si direbbe che politica e industria dell’auto in Francia giochino a farsi lo sgambetto a vicenda. La situazione dei due gruppi d’oltralpe, Renault e PSA Peugeot Citroën, è tale da rendere reale l’eventualità di riduzione di organici. I segnali di intenzioni del genere non sono mancati da entrambe le parti. Contemporaneamente dalla parte politica, più che mai sensibile alle preoccupazioni sociali dell’elettorato, ci si schiera a favore del “fabriqué en France” e per la difesa dei posti di lavoro, senza troppo approfondire i temi della sovracapacità produttiva, che è il vero grande problema del momento: le fabbriche producono molto meno di quanto potrebbero perché non ci sono gli ordini, ma i costi fissi restano tali quindi le case perdono soldi.
CAMPAGNA ELETTORALE - La campagna elettorale per l’elezione del Presidente della Repubblica sta vivendo le sue ultime ore, domenica ci sarà il secondo turno da cui uscirà il nuovo inquilino dell’Eliseo: Nicholas Sarkozy (nella foto con alcuni lavoratori della Renault) o François Hollande, e fino all’ultimo la strategia da seguire per l’industria automobilistica è in primo piano. Va detto che il settore auto in Francia occupa direttamente 233.500 persone. Tenendo conto dell’indotto e dei servizi, gli istituti di ricerca stimano nel 9% del totale la parte di lavoratori francesi impiegati nel settore. Inevitabile che l’argomento sia in discussione, con i politici che vogliono apparire i paladini del produrre nazionale e contestano ogni iniziativa di ristrutturazione che comporti tagli di personale. D'altra parte in questo momento difficile per i bilanci degli stati non si possono nemmeno varare incentivi statali e questo non aiuta l'auto.
DIVERSI CASI - Al centro dell’attenzione alcune situazioni “calde”, come lo stabilimento PSA di Aulnay-sous-Bois, in cui lavorano circa 3.300 persone e per il quale qualche mese fa era stata prevista la chiusura. In seguito all’intervento del Presidente Sarkozy, “Farò di tutto per salvare lo stabilimento” sono state le sue parole pronunciate a metà aprile, la questione è stata rivista, anche grazie a un incontro diretto che Sarkozy ha voluto avere con il presidente del gruppo PSA, Philippe Varin. Per quanto riguarda la Renault, di cui lo Stato detiene il 15% delle azioni, sono ancora più frequenti i riferimenti fatti dagli uomini politici alla necessità che si salvaguardi prima di tutto l’occupazione.
PRESSIONI - Ultimo caso in ordine di tempo è quello delle Fonderie del Poitou, nella Val de Vienne, a sud est della capitale, dove viene lavorato l’alluminio. Ne era stata annunciata la chiusura nell’autunno scorso, ma la Presidenza della Repubblica e il governo si erano subito impegnati a trovare una soluzione, e il 16 aprile scorso, in piena campagna elettorale, Nicholas Sarkozy si è recato in visita agli stabilimenti, presidiati dalle maestranze; “L’impianto è salvo. Abbiamo ottenuto da Renault l’impegno ad acquistare qui le testate per i suoi motori” sono state le parole del Presidente. Quanto al candidato della sinistra François Hollande, è scontato il suo schieramento a fianco dei sindacati che rivendicano la necessità di salvare la produzione industriale. D’altra parte c’è chi nota che le sue prese di posizioni siano abbastanza articolate, come a lasciare lo spazio per strategie diverse una volta insediato, eventualmente, all’Eliseo.