Attore, comico, sceneggiatore, scrittore, doppiatore, ambasciatore dell’Unicef, Cavaliere e Grand’Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Pasquale Zagaria, in arte Lino Banfi (nella foto in alto), è tra i volti più noti del piccolo e grande schermo, grazie a una carriera che conta oltre 100 film e innumerevoli apparizioni televisive. E ora è anche tra i primi acquirenti italiani di un’auto elettrica, la Citroën C-Zero (foto sotto). Pagata di tasca propria, come tiene a sottolineare, per senso di responsabilità nei confronti dell’ambiente e delle generazioni future. Forse persuaso da Nonno Libero, il personaggio interpretato in “Un medico in famiglia” che ha a cuore i suoi amati nipotini. Per scoprilo l’abbiamo intervistato durante l’incontro alla concessionaria Citroën Leonori di Roma nell’ambito del progetto Roma Capitale per la mobilità elettrica.
Come le è venuta l'idea di comprare un'elettrica?
Poco prima di Natale sono stato ospite di una manifestazione, e sono rimasto incuriosito da una simpatica vetturetta che era lì esposta, la Citroën C-Zero. Mi avvicino e subito mi piace. Il mio interesse cresce quando scopro che è un modello completamente elettrico, e ancora di più quando mi spiegano come funziona, ovvero che si ricarica con la normale corrente da 220 Volt e che non inquina.
E l’ha comprata subito?
Si, dovevo sostituire la piccola vettura che uso per girare a Roma. E mi sono detto: “è un’ottima opportunità per dare il buon esempio”. Però è un po’ cara. “mi fate uno sconticino?”. Me l’hanno concesso e ho firmato subito. Ma sia chiaro, l’ho pagata, non me l’hanno regalata.
Dica la verità. È stato Nonno Libero a convincerla all’acquisto?
No, però mi ha dato la sua approvazione.
Le piace guidarla?
Molto. È facile da guidare, agile e scattante. E silenziosa. Fin troppo: mi tocca spesso suonare il clacson per allertare i pedoni. E poi è pratica: ha quattro porte e un abitacolo spazioso, e mi permette di andare dove prima non potevo neppure immaginare di entrare. Come in alcune vie del centro storico.
E si trova bene senza il cambio?
Sono sempre stato un assertore del cambio automatico. La mia prima auto è stata la Minimatic. E da allora ho praticamente sempre guidato auto senza il pedale della frizione. Se la C-Zero l’avesse avuto, non l’avrei comprata.
Timore di rimanere a piedi?
Mai avuto. Faccio appena venti o trenta chilometri a Roma e l’autonomia di oltre 100 km è più che sufficiente per le mie necessità. Una volta ho voluto provarla in autostrada. Mi sono divertito, e sono tornato a casa con ancora una buona carica nelle batterie. In questi giorni freddi ho notato che gli accumulatori si scaricano più rapidamente, anche perché tengo il riscaldamento sempre acceso. L’unica differenza è che le tacche della carica sul cruscotto si spengono più velocemente, ma non abbastanza da lasciarmi a piedi o limitare i miei spostamenti. E nel caso debba fare viaggi più lunghi, ho sempre l’altra auto. Che, per la verità, uso poco.
Ha avuto problemi per la ricaricarla?
No, è facilissimo. Basta collegare all’auto il cavo in dotazione e poi alla presa del box. Il resto avviene tutto in automatico. Più che altro il problema è che ogni tanto mi dimentico di farlo. Ma per fortuna che ho dei figli che mi vogliono bene, e spesso provvedono loro a collegare la C-Zero alla rete elettrica.
Come reagiscono le persone quando la vedono a bordo della C-Zero?
Sono tutti incuriositi. Si girano a guardarmi e appena possono mi chiedono informazioni. I più ossessivi sono i giapponesi, che appena mi vedono iniziano a scattare fotografie.
Fotografano lei o l’auto?
Penso la C-Zero. Ma mi illudo che qualche scatto sia per me.
E i colleghi dello spettacolo?
Non ho ancora avuto occasione di mostrarla nell’ambiente. I pochi che l’hanno vista sono molto interessati. E domandano, domandano, domandano…e che checchio! Va benissimo. Ve lo garantisco.