EVOLUZIONE DEI TEMPI - Sembra di essere tornati agli Anni 80, quando i top manager erano anche personaggi: la macchina del tempo coinvolge Sergio
Marchionne, di questi tempi sempre più alla ribalta mediatica. Il manager italo-canadese, che a giorni assumerà il timone della Ferrari, resterà alla guida della
Fiat Chrysler Automobiles (FCA) fino al 2018, alla fine dell'impegnativo piano quinquennale lanciato quest'anno: è lui stesso a dirlo, in un'intervista esclusiva a
Businessweek.
IL POTERE LOGORA... - Sergio Marchionne ha 62 anni, e da dieci è alla guida della Fiat, con una sfera d'influenza sempre crescente: è il più longevo amministratore delegato tra le più grandi case europee. Logico che, quando ne avrà 66, forse vorrà staccare la spina. “Il mio ruolo dovrà essere riconfigurato”, è la sua dichiarazione, fredda quasi come se parlasse di qualcun altro. “Nessun cambio di idea, sono fatto così, e poi è giusto che vadano avanti i giovani”.
ELKANN NON SI SBILANCIA - Sul successore, impossibile sbilanciarsi: John Elkann, presidente della Fiat e della Exor (azionista di maggioranza di Fiat Chrysler Automobiles e CNH Industrial, vale a dire la parte veicoli commerciali, macchine agricole e movimento terra), ha fatto ricorso a una metafora calcistica. “Ho fiducia nella nostra panchina”, ha sottolineato. Difficile pensare, dopo le recenti vicende in casa Juventus (anch'essa di proprietà Exor) che Marchionne possa sostituire Antonio Conte alla guida della Nazionale di calcio italiana: almeno questo è certo.
INTERNAZIONALI - I nomi ricorrenti sono quelli del ceo di CNH, Richard Tobin; del responsabile di Fiat Europa, Alfredo Altavilla; del boss di Jeep, Mike Manley, e del capo di Fiat Brasile, Cledorvino Belini. Lontani i tempi in cui era il sabaudo Gianni Agnelli a mettere (apparente) pace nelle beghe tra il piemontese Vittorio Ghidella e il romano DOC Cesare Romiti.