TALE PADRE - Il padre era chiamato Jos the Boss: olandese, “bel piede”, debuttò a 22 anni in Formula 1 nell'anno di grazia 1994, in una squadra, la Benetton, che quell'anno avrebbe mandato in orbita la stella di Michael Schumacher. Fece due podi, quasi tutta la stagione (in alcune gare fu sostituito dal titolare designato J.J. Letho, nei due appuntamenti conclusivi da Johnny Herbert), e poi imboccò una parabola discendente da onesto, onestissimo artigiano del volante, conclusa nel 2003. All'attivo, 106 Gran Premi disputati, due terzi posti e 17 punti complessivi. Nonché un pargolo, venuto alla luce nel 1997, battezzato Max Emilian Verstappen (foto sopra). Un predestinato, visto che l'anno prossimo avrà sotto le terga una Toro Rosso, divenendo così il più giovane debuttante della Storia in Formula 1.
CIAO JEV - Viene buttato alle ortiche (pardon, messo da parte) Jean-Eric Vergne: francesino classe 1990, titolare nello junior team della Red Bull, che un tempo fu Minardi, dal 2012. Vittorie zero, podi nessuno. Qualche piazzamento, nulla più: anche lui, con l'aria del buon pilota ma non del predestinato, un po' come il connazionale Sébastien Bourdais, che nel 2008 incrociò le ruote con un compagno di squadra un filo ingombrante, tal Sebastian Vettel. Verstappen junior, per restare in casa Toro Rosso, sarà compagno di squadra dell'unico russo superstite in Formula 1, Daniil Kvajt: in due, nel 2015, metteranno insieme 38 anni - a quell'età Schumi si era appena ritirato e forse già meditava il rientro.
MINORENNE - Il prossimo anno, Max Verstappen sottrarrà il primato di debuttante più giovane all'ex Toro Rosso (guarda che caso...) Jaime Alguersuari. Lo spagnolo, nato nel 1990, sostituì nel 2009 il già citato Bourdais, rimpiazzando nell'albo delle statistiche il neozelandese Mike Thackwell, “deb” a 19 anni nel 1980 e dopo allora scomparso dalle scene - si è guadagnato poi da vivere con mille lavori, dall'autista di autobus al minatore, ma questo è un altro discorso. C'è da giurare che, prima di entrare nell'abitacolo della Toro Rosso, penserà tanto al cronometro, quanto a un timer. Perché quella fucina di talenti supervisionata da Helmut Marko, fino a oggi, ha prodotto il campionissimo Vettel, l'autorevole contender Ricciardo, ma anche un gran numero di talenti bruciati precocemente. A prescindere dall'età.