L’industria automobilistica è alla costante ricerca di sinergie con l’obiettivo di ridurre i costi. Non è un fenomeno del tutto nuovo: da ormai diversi anni aziende rivali sul mercato stringono patti di collaborazione su alcuni progetti specifici. Non stupisce quindi che, per esempio, la Ford costruisca alcuni suoi modelli elettrici su piattaforma Volkswagen. Tuttavia alcune rivalità sono percepite come più accanite di altre. Tra queste c’è senza dubbio quella tra la BMW e la Mercedes, che rappresentano la competizione per antonomasia tra i marchi premium tedeschi. E allora non può che stupire la notizia per cui le due aziende sarebbero molto vicine a un accordo che consentirebbe alle vetture della Mercedes di montare i motori 4 cilindri a benzina della BMW.
La notizia di un’asse in via di definizione tra Monaco e Stoccarda è stata rivelata per la prima volta da Manager Magazin: l’accordo prevederebbe una fornitura da parte dalle BMW della nuova generazione di motori a benzina, che la Mercedes vorrebbe utilizzare su svariati modelli, che vanno dalle più compatte CLA e GLA fino alle più grandi Classe C e Classe E e pure sulle suv GLC e “baby G”.

Infatti, l’attuale 4 cilindri 1.5 turbo denominato M252 e proposto sulla nuova CLA (sviluppato in Germania ma prodotto in Cina), secondo gli addetti ai lavori sarebbe adatto applicazioni ibride non ricaricabili, ma non per un utilizzo su vetture plug-in o con range extender. Con l’’eventuale fornitura da parte della BMW, la Mercedes avrebbe così a disposizione motori in regola con le nuove normative Euro 7 e compatibili con l’ibrido plug-in, senza dover “sprecare” risorse nello sviluppo di nuovi motori a 4 cilindri.
Fonti interne suggeriscono che il motore che potrebbe finire sotto ai cofani delle Mercedes sia un 2.0 turbo derivato dal B48 (nella foto qui sopra) utilizzato su buona parte degli attuali modelli della BMW e della Mini. Prodotto in Austria, il B48 garantirebbe anche una maggior flessibilità rispetto all’M252 perché è compatibile sia con trazioni anteriori che posteriori. La “strana” partnership tra le due case tedesche potrebbe anche estendersi agli hub di produzione globali, magari a un impianto di produzione condiviso negli Stati Uniti per aggirare i dazi.











































































































































