SPORTIVA SENZA COMPROMESSI - Dopo la proficua collaborazione con la McLaren (che ha generato l’ormai leggendaria SLR), la SLS AMG è la prima (supercar) sportiva pura realizzata dalla Mercedes dai tempi della 300 SL. Una vettura che ha fatto parlare parecchio di sé per i suoi peculiari contenuti tecnici, per l‘esuberante potenza del suo 6.2 V8 e per le porte incernierate nel tetto con apertura ad “ala di gabbiano” (proprio come quelle della citata progenitrice). Il mese scorso abbiamo avuto la possibilità di sottoporla a una lunga prova (percorrendo più di 5000 km), sia su strada, sia sulle piste dell’impianto di Balocco (Vercelli), dove oltre all’handling (la guidabilità), ne abbiamo verificato a fondo la tenuta di strada e rilevato le prestazioni (queste ultime sull’Anello Alta Velocità, dove noi di alVolante effettuiamo tutti i test corredati di rilevamenti strumentali).
IN PISTA A BALOCCO
SI METTE SEMPRE DI TRAVERSO - Portare al limite la SLS AMG è una sorta di incontro di lotta libera: qualcosa di esaltante e di estenuante al tempo stesso. Si tratta, infatti, di una vettura i cui comandi vanno azionati dolcemente, “in punta di forchetta”, ma che va anche tenuta con decisione, come un toro per le corna, visto che se non si dispone di adeguate abilità ed esperienza prende facilmente il sopravvento. Sul “misto” di Balocco abbiamo goduto del suo motore infinito, traboccante di coppia, e di uno sterzo preciso e tanto diretto da prendere addirittura in contropiede per la veemenza con la quale, girandolo appena di pochi gradi, aggredisce la corda senza accenni di sottosterzo. Esaltante anche la precisione con la quale volante e acceleratore permettono di gestire la vettura in sovrasterzo: basta modulare il “gas” per prodursi in gloriosi e interminabili “drifting”, che possono lasciare senza gomme in un batter d’occhi.
IN PISTA AL NÜRBURGRING
DALLE RISAIE ALLA FORESTA DELL’EIFEL - Nel corso dei test a Balocco, più di una volta abbiamo avuto la sensazione che la SLS AMG avrebbe fatto faville anche al Nürburgring, dove, peraltro, è stata sviluppata. E poiché non sapevamo quando avremmo potuto riaverla a disposizione, abbiamo deciso di tentare la trasferta, nonostante l’alto rischio (eravamo ancora a metà febbraio…) di trovare condizioni atmosferiche avverse e il circuito impraticabile. Ma, evidentemente, la fortuna aiuta gli audaci, e pur non mancando il freddo, la foschia e l’umidità tipici della regione dell’Eifel, il “Ring” era sorprendentemente agibile e siamo riusciti a effettuare il nostro test, compreso il video del miglior tempo sul giro.
STRADA DI MONTAGNA SENZA LIMITI - Dunque, anche stavolta il “banco prova dinamico” più severo e selettivo al mondo ci ha permesso di sviscerare completamente la personalità della vettura e, in particolare, lo straordinario potenziale della supercar Mercedes. Nonostante la rigidità di risposta delle sospensioni evidenziata su strada, la SLS si è dimostrata assolutamente a proprio agio su quella “strada di montagna a pedaggio, a senso unico e senza limiti di velocità” tormentata da gobbe e avvallamenti, curve in contropendenza, scollinamenti e “adrenaliniche discese” seguite da micidiali “compressioni”, nota come Nordschleife.
NÜRBURGRING ISTRUZIONI PER L’USO
I NOSTRI TEST - Sono in molti a chiederci come realizziamo le nostre prove al Ring e di quali particolari accordi con la Direzione dell’impianto godiamo quando entriamo in pista. A questo proposito è bene chiarire che, a differenza delle Case automobilistiche o delle grandi organizzazioni internazionali di prove libere che si accaparrano il circuito in esclusiva e possono percorrere il giro completo di 20,832 km effettivi, noi effettuiamo i nostri test come tutti i “comuni mortali”: acquistiamo la card magnetica d’ingresso, ci mettiamo pazientemente in coda davanti ai “marshall” che controllano meticolosamente chi transita alla sbarra d’accesso, e percorriamo un giro per volta, uscendo al termine di ciascuna tornata. Nei giorni in cui non viene affittata in esclusiva, l’accesso è libero per chiunque sia in regola con le norme di circolazione e acquisti il ticket di ingresso, che costa 24 euro per ciascun giro. Per questo, come qualsiasi appassionato, affrontiamo i problemi di “traffico” (fortunatamente, stavolta un po’ meno) sul tracciato, oltre agli eventuali restringimenti di corsia per recuperare veicoli incidentati, che impongono di rallentare penalizzando la prestazione sul giro.
I “NOSTRI TEMPI” AL RING - I nostri tempi sono cronometrati nel tratto compreso tra il primo ponte dopo l’ingresso, e l’ultimo, dopo il curvone del Galgenkopf, a qualche centinaia di metri dall’uscita. La lunghezza effettiva risultante è di 19,7 km (misurati coi nostri strumenti a tecnologia Gps, coi quali, oltre al tempo, rileviamo anche le velocità in tutti i punti del circuito), vale a dire circa 1.100 metri in meno del giro completo. Considerando che con una vettura media sportiva si transita sotto l’ultimo ponte a velocità di almeno 180-190 km/h, il tempo “bridge to bridge” risulta, quindi, più breve di circa una quindicina di secondi (con una supercar) rispetto a quello sul giro completo (di 20,832 km) effettuato dalla stessa vettura che percorre in pieno tutto il rettilineo. Per avere ulteriori parametri di valutazione, ci sembra giusto aggiungere che i “nostri tempi” sono penalizzati dal fatto che giriamo in presenza di traffico (come ben documentano i nostri video),
TENENDO SEMPRE D’OCCHIO LA SICUREZZA – Quando giriamo al Ring cerchiamo di sfruttare ogni vettura al limite delle sue possibilità, pur mantenendo un buon margine per non correre troppi rischi e non farli correre ai piloti degli altri veicoli (anche se, spesso, non sono sempre così “educati” e disponibili a cedere il passo ai veicoli che sopraggiungono…). Inoltre, cerchiamo di scegliere sempre i momenti in cui il traffico è meno intenso e, in linea di principio, lasciamo l’Esp inserito. Come riusciamo, allora, a ottenere tempi oggettivamente così interessanti? Beh, tutto dipende dalla notevole esperienza (non disgiunta, ovviamente, da un certo talento…) del pilota, giornalista di alVolante, che conosce il tracciato “come le sue tasche” avendo ormai totalizzato nella sua carriera oltre 2.000 giri di pista (che equivalgono a quasi 40.000 km!).
Pos. | Marca e modello | Tempo |
1 | MERCEDES SLS AMG | 7’40”90 |
2 | BMW M3 COUPÉ (420 CV) | 8’14”60 |
3 | MITSUBISHI LANCER 2.0 GSR EVOLUTION (295 CV) | 8’26”30 |
4 | RENAULT MÉGANE COUPÉ 2.0T 16 V RS (250 CV) | 8’28”10 |
5 | VOLKSWAGEN GOLF 2.0 GTI (211 CV) | 8’34”77 |
6 | LEXUS IS F (423 CV) | 8’35”20 |
7 | MAZDA 3 2.3 MPS (260 CV) | 8’39”40 |
8 | PORSCHE CAYENNE GTS (405 CV) | 8’40”70 |
9 | MERCEDES E SW63 AMG (514 CV) | 8’44”10 |
10 | FORD FOCUS 2.5 ST (226 CV) | 9’03”10 |
11 | ABARTH PUNTO EVO 1.4 T-Jet MultiAir (163 CV) | 9’03”27* |
12 | OPEL GT 2.0 TURBO (264 CV) | 9’05”40 |
13 | CITROËN DS3 1.6 THP Turbo (156 CV) | 9’05”80 |
14 | ALFA ROMEO MITO 1.4 T MultiAir (135 CV) | 9’10”00 |
*tempo penalizzato da due restringimenti di corsia a seguito di incidenti