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La mobilità del futuro secondo la PSA 



30 settembre 2016

Il gruppo francese PSA (Peugeot-Citröen) punta sulla guida autonoma e su tecnologie per facilitare la guida, anche attraverso la condivisione.



La mobilità del futuro secondo la PSA 



NUOVI ORIZZONTI - Fa una certa impressione sentire il capo di una grande casa automobilistica asserire che il futuro della sua azienda non si dovrà semplicemente limitare ai convenzionali ambiti della produzione e della vendita. Ma è proprio questa la visione di Carlos Tavares, numero uno del gruppo PSA Peugeot-Citroën, che ha presentato le strategie elaborate dall'azienda per affiancare al ruolo tradizionale dei suoi marchi quello di mobility provider (cioè di fornitori di mobilità), in maniera da soddisfare gli orientamenti che la PSA prevede possano diventare comuni in un futuro a breve e medio termine: l'automobile condivisa, quella a noleggio e, più in generale, forme di utilizzo che non richiedano più all’automobilista di essere anche il proprietario della vettura.



TEST SU STRADA - L'impegno nei confronti delle modalità alternative di trasporto fa parte di una strategia più ampia e articolata, nella quale rientrano le automobili connesse e a guida autonoma, che la PSA sta portando avanti come società dinamica e attenta alle innovazioni. L'esempio più evidente sono le tecnologie per la guida autonoma e semi-autonoma. Nel luglio del 2015 l'azienda ha ricevuto il via libera dal Governo francese per svolgere test su strade pubbliche con una “mini flotta” di quattro Citroën C4 Picasso: su una di queste monovolume abbiamo percorso un breve tratto della tangenziale di Parigi, in mezzo al traffico sostenuto, osservando il sistema lavorare per i tratti meno impegnativi senza l'apporto dell'ingegnere al posto di guida.



TI CONTROLLA - Le C4 Picasso sono identiche a quelle di serie, modificate però nei software che gestiscono la trasmissione (automatica), l'impianto frenante e lo sterzo. Il sistema di guida semi-autonoma si basa su quattro radar agli angoli e su sei telecamere: quattro anch’esse disposte agli angoli, una sul parabrezza e una dietro il volante, puntata verso chi guida, per riconoscere se in quel momento è distratto o sta facendo altro (in tal caso, disattiva il sistema).

La tecnologia è ancora a un livello iniziale di sviluppo: il sistema, infatti, va in crisi quando i riferimenti che i visori utilizzano per mantenere l'auto in traiettoria e alla velocità imposta (la superficie stradale, la segnaletica verticale) non sono uniformi o accusano i segni del tempo. 

AGGIORNAMENTI IN CORSO - Il sistema messo a punto dalla PSA, poi, funziona anche di notte e con pioggia leggera, ma non quando il meteo peggiora. Gli ingegneri impegnati nei test di guida sono una decina e vengono sottoposti ad un allenamento speciale; l'azienda lavora alla parte software, mentre i sensori vengono forniti da società esterne. A oggi, le C4 Picasso hanno percorso circa 60.000 chilometri e sono a livelli differenti di sviluppo: il nostro esemplare non era abilitatata a effettuare i sorpassi in maniera autonoma (senza, cioè, che il conducente avesse prima “messo la “freccia”) e non seguiva la destinazione impostata sul navigatore satellitare, a differenza di un'altra vettura, che invece era in grado di compiere queste operazioni.



RICHIESTE COMUNI - I report stilati dagli ingegneri convergono sulle richieste di frenate più morbide e sulla risposta dei sensori in determinate situazioni: alcune manovre sono piuttosto brusche (specie nelle curve), ma l'auto risponde senza esitazioni e non va in difficoltà nemmeno quando il traffico è più intenso, come durante il nostro test in veste di passeggeri. La scala della guida autonoma è basata su cinque livelli: il primo prevede di non staccare le mani dal volante, nell'ultimo il conducente può dedicarsi realmente ad altre attività.

Al momento la tecnologia delle C4 Picasso funziona sempre al livello 2 (senza mani), mentre il livello 3 (senza occhi) viene garantito solo quando l'auto è in coda. 

L'AUTO BENE CONDIVISO? - La guida autonoma è un obiettivo che la PSA si è imposta per il lungo termine. Nei prossimi anni vuole invece sviluppare la sua anima di mobility provider, integrando e facilitando la diffusione di sistemi per migliorare i nostri spostamenti. Fra questi, per esempio, applicazioni per condividere le auto, in stile Car2Go o Enjoy, ma anche tecnologie per connettere l'auto alle infrastrutture o per automatizzare i pagamenti quando si entra all'interno di un parcheggio. La PSA vuole finanziare questi progetti e integrarli eventualmente alle sue automobili, evitando così di svilupparli internamente: con un vantaggio tangibile soprattutto in termini temporali.



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Ritratto di Claus90
1 ottobre 2016 - 23:52
Questa mobilità sembra molto pericolosa.
Ritratto di caronte
13 novembre 2016 - 22:08
Secondo me alcune tecnologie sono utili altre si poteva fare a meno.