50 ANNI DI STORIA - Era una delle automobili più attese quest’anno dagli appassionati amanti della guida “vecchia scuola” (purtroppo però non verrà importata in Europa). E la buona notizia, per chi proprio non riesce a rinunciare al pedale della frizione, è che ha mantenuto tutte le promesse annunciate dal prototipo che ne anticipava forme e contenuti: la nuova Nissan Z, ultima erede di una dinastia lunga oltre cinquant’anni, monta lo stesso motore V6 bi-turbo della coupé Infiniti Q60, accoppiato a un cambio manuale a sei marce e, naturalmente, alla trazione posteriore. Nessun “aiutino” elettrico, sotto il cofano, ma solo fiumi di benzina iniettati in un motore che, forte di ben 405 CV, promette prestazioni per piloti veri. L’unica vera concessione alla modernità, forse, è il “rev-matching”, vale a dire una funzione elettronica che provvede ad alzare i giri del motore tutte le volte che si scala una marcia, rendendo quindi inutile il punta-tacco, manovra irrinunciabile per i guidatori più esperti e indispensabile per evitare “strappi” al motore e scongiurare un bloccaggio improvviso delle ruote motrici. Così si guidavano, e si guidano ancora oggi, le Nissan Z di una volta, modelli meravigliosamente in bilico tra la pista e la strada, capaci di regalare emozioni e sensazioni oggi sempre più difficili, se non impossibili, da reperire. Le abbiamo riunite in una fotogallery, per raccontarvele in un viaggio indietro nel tempo e chiedervi, come sempre, qual è la vostra preferita.