Quattrocentocinquanta milioni di sterline. È il corposo investimento che la casa giapponese ha fatto per la linea di produzione della nuova Nissan Leaf (che arriverà in Italia la prossima primavera) nella sua fabbrica inglese di Sunderland, vicino Newcastle. Da questo sito, il più grande del paese tra quelli che producono vetture di un unico marchio, finora sono usciti 11,8 milioni di automobili. “Una ogni due minuti, da 39 anni”, sottolinea con una punta d’orgoglio Adam Pennick, il responsabile dello stabilimento dove vengono prodotte anche la suv Qashqai e la crossover Juke (dal prossimo anno, anche elettrica).

Accanto alla fabbrica Nissan di Sunderland sorge una gigafactory dove vengono assemblate le batterie della crossover giapponese, che è giunta alla terza generazione e, dal 2013 a oggi, è stata costruita in oltre 280.000 esemplari. Il montaggio della batteria sotto il pavimento dell’auto è completamente automatizzato: occorrono appena 55 secondi per serrare i 26 bulloni di fissaggio. Ammontano a 475, invece, i carrelli a guida autonoma che si muovono in fabbrica per rifornire di componenti e utensili le stazioni della linea produttiva, mentre sono 360.000 le ore di formazione fornite ai 6.000 lavoratori della fabbrica.

Per realizzare le 42 parti che compongono la carrozzeria della Nissan Leaf sono stati realizzati 137 nuovi stampi. Tra i 78, nuovi robot “arruolati” nella fabbrica Nissan di Sunderland spicca quello per la saldatura laser del tetto: un’operazione del tutto automatizzata che consente di ottenere una superficie più liscia e regolare in corrispondenza dei punti di saldatura. Una finezza che, complici le forme affusolate dell’auto e dettagli come le maniglie delle porte a scomparsa, ha determinato un coefficiente aerodinamico Cx di 0,25 non comune nella categoria.
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