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La Opel GT compie 50 anni

17 settembre 2018

Introdotta nel 1968, la coupé Opel GT colpiva per il look personale ispirato alla Corvette ed ebbe un discreto successo.

La Opel GT compie 50 anni

SPORTIVA PER TUTTI - Ci sarà anche il noto ex pilota Walter Röhrl alle celebrazioni dal 19 al 22 settembre 2018 per i 50 anni della Opel GT, la coupé costruita fino al 1973 in grado di affermarsi in Europa e negli Stati Uniti grazie alla meccanica solida e affidabile e allo stile ricco di personalità. La Opel GT è stata infatti un modello di grande successo per la casa tedesca, parte del gruppo General Motors dal 1931, e nasceva dall’idea di realizzare una vettura per il mercato europeo che potesse eguagliare il successo della Corvette negli Usa. Una coupé più abbordabile che potesse soddisfare la passione per l'automobile delle masse, proprio in un periodo in cui la classe media iniziava a disporre di qualche soldo in più per permettersi degli sfizi.

PICCOLA CORVETTE - La Opel GT riprendeva infatti le sospensioni anteriori, la parte inferiore della scocca e il motore 1.1 dalla Kadett, mentre la carrozzeria veniva costruita in Francia dalla Gennevilliers e gli interni arrivavano dalla Brissonneau & Lotz, una carrozzeria francese a cui erano stati affidati anche i lavori di verniciatura. Una volta finiti la scocca e gli interni raggiungevano la fabbrica tedesca di Bochum, dove la Opel si occupava dell'assemblaggio dei motore, del cambio e degli assali. Il pezzo forte della Opel GT è lo stile, grazie al cofano lungo e sagomato e ai quattro grossi fanali posteriori rotondi, dettagli ispirati alla Chevrolet Corvette dell'epoca (anche la Chevrolet era di proprietà della General Motors) che non a caso valsero alla GT il soprannome di “piccola Corvette”. I fari anteriori erano a scomparsa.

TRAZIONE POSTERIORE - Oltre allo stile però la Opel GT aveva altre frecce al suo arco, come la trazione posteriore (ideale per divertirsi fra le curve) e il peso contenuto: grazie alla lunghezza di soli 411 cm la Opel GT non superava i 950 kg. I motori disponibili erano un quattro cilindri 1.1 da 67 CV e un 1.9 da 102 CV, quest'ultimo previsto anche in abbinamento al cambio automatico a tre marce (di serie c'era il manuale a cinque). In cinque anni di “carriera” la GT superò i 100.000 esemplari venduti. Molti di questi finirono negli Stati Uniti, dove la Opel GT conquistò miglia di appassionati proprio grazie al look ispirato alla Corvette.

LA SECONDA GENERAZIONE - La Opel GT torna nel 2007 (a destra nella foto qui sopra, qui il primo contatto), quando la casa tedesca propose sul mercato europeo una versione leggermente modificata della Santurn Sky, una spider disponibile negli Stati Uniti anche come Opel Soltice. Era dotata di un motore 2.0 turbo con 264 CV abbinato al cambio manuale e alla trazione posteriore, proprio come la rivale Mazda MX-5, ma questa seconda generazione non si avvicinò mai al successo della prima e dopo solo due anni, nel 2009, la Opel stoppò la produzione. Nel 2016 la Opel ha presentato una concept car il cui scopo era proprio quello di reinterpretare in chiave moderna la storrica GT (la vedi qui)



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Ritratto di Fr4ncesco
17 settembre 2018 - 17:41
2
Per la redazione, non era "Opel Solstice", ma Pontiac Solstice.
Ritratto di Giuliopedrali
17 settembre 2018 - 19:08
Molto carina, prima ho visto una Corvette del 78 credo, queste linee (coke bottle) dovrebbero essere attualizzate per auto magari comode moderne.
Ritratto di verdebiancorosso
17 settembre 2018 - 20:03
era una macchina un poco da burini, tipici "vorrei ma non posso", con una meccanica modesta e una linea piacevole ma scimmiottando appunto la Corvette. Stacca prezzi notevoli come auto d'epoca, a mio avviso del tutto immeritati
Ritratto di MAXTONE
17 settembre 2018 - 20:09
Io non credo abbia avuto una diffusione in Italia tale da farla diventare auto da burini, credo che si vendessero più 911 che GT. La vera diffusione è arrivata negli anni 70 con la Manta a mio avviso.
Ritratto di verdebiancorosso
18 settembre 2018 - 11:08
mah, a volte si dicono cose per esperienze personali. Nella mia zona tale era considerata da quelli che potevano permettersi auto equivalenti di prezzo ma con prestazioni nettamente migliori. Ma non era raffrontabile a una 911 che sempre è stata una macchina di alto rango, bensì le sportive medie del tempo, quasi tutte italiane ahimè, dalle magnifiche Alfa alle più economiche Fiat ma sempre costruite senza scimmiottare nessuno
Ritratto di MAXTONE
17 settembre 2018 - 20:05
Questo coupé, questo bellissimo coupé, è stato probabilmente uno dei più iconici in assoluto tra quelli più abbordabili ma risale ad un era in cui Opel era il marchio europeo più americaneggiante di tutti mentre oggi, con l'introduzione del Vizor, Opel si propone di ritornare al design tipicamente essenziale ed asciutto della Manta B (la A invece faceva il verso alle prime Mustang e Dodge Charger) che caratterizzo' il suo corso stilistico dal 75, anno di introduzione della Manta B in poi con alcune eccezioni come la prima Insignia con quel look a la Buick. La stessa Calibra, pur essendo stata disegnata da Wayne Ch3rry il quale era ovviamente americano ed aveva lavorato in GM fino a pochi anni prima, aveva un design estremamente germanico il quale, miracolosamente, l'ha fatta restare "forever young" più delle coupé tedesche uscite dopo di lei come la CLK del 97 ad esempio.
Ritratto di Fr4ncesco
17 settembre 2018 - 21:00
2
Che auto la Calibra, la comprò un mio parente con i soldi che prese durante la Guerra del Golfo. Ero piccolo e vendola dalla finestra di casa, un giorno che ci venne a trovare, rimasi a bocca aperta per le forme e le proporzioni che solo una coupe, nata coupe (non la maggior parte delle berline d'oggi a cui tolgono 2 porte e cambiano qualche particolare) poteva dare, con quell'aspetto all'avanguardia tipico degli anni '90, deciso, pulito, sportivo e individuale, perchè tutte le coupe (e non solo) dell'epoca erano toltamente diverse.
Ritratto di MAXTONE
18 settembre 2018 - 01:03
Si la Calibra penso sia stata in assoluto una delle "gemme" più brillanti degli anni 90 tra le tedesche, insieme, anche se il segmento era situato molto più in alto, alla BMW 850i, non è blasfemo dire che fosse all'avanguardia come alcune coupé ben più costose e blasonate: CX di 0,26, un valore da urlo tutt'oggi, prestazioni incredibili, a parte la 2.5V6 mai arrivata da noi, la base 2 litri 8 valvole toccava senza fatica i 205 km/h, la 16V con soli 136 cv superava i 230 con tempi in ripresa molto rapidi per un aspirata plurivalvole, mentre la Turbo 4x4 teneva senza problemi il passo di una 911 Carrera 4 perché, e si può vedere in decine di video su YT, godeva di una motricita' pazzesca in accelerazione dove il peso per inerzia si sposta sul retrotreno e le ruote hanno subito il grip ottimale, in più, fonte Wikipedia, pare che il famoso C20LET, si sposi perfettamente con gli impianti GPL a iniezione gassosa mantenendo del tutto inalterate le prestazioni rispetto all'utilizzo a benzina. Pare inoltre che nonostante nascesse sul pianale della Vectra, la sua scocca godesse di una rigidità quasi doppia per effetto di lamierati più estesi, superfici vetrate più ridotte, e la presenza delle due sole porte. Io la consiglio caldamente a chi vuole portarsi a casa una youngtimer bellissima e molto efficiente, dalla sicura rivalutazione e fruibilissima nell'utilizzo quotidiano.
Ritratto di remo la barca
17 settembre 2018 - 20:57
Ne ricordo una bronzo metallizzato nella rimessa sotto casa. Linea stupenda, motore cadaverico.
Ritratto di nik66
18 settembre 2018 - 09:00
non era male, ma non mi piaceva granchè, preferivo (e preferisco tuttora) la manta, che mi ricorda la camaro e la mustang, senza scordarsi della calibra che, se non erro, non ha mai subito un restyling
Ritratto di Giuliopedrali
18 settembre 2018 - 09:44
Molto belle queste, la Calibra era semplicemente un capolavoro in quanto a pulizia estetica, cioè non era un bel coupé aggressivo, ma proprio una bella macchina d'esempio per tutti i segmenti.