Opel: le auto con il cuore sportivo

Prodotta in due generazioni fra il 1970 e il 1988, la Manta è una coupé a quattro posti e la trazione posteriore. La grinta non è la sua dote maggiore, soprattutto quando dotata del motore 1.2 da 60 CV, ma questo non le impedisce di essere disponibile nella sportiveggiante versione GT/E: ha adesivi neri sulle fiancate, fregi neri nei fascioni e un nuovo “labbro” anteriore. Il motore di 1.9 litri raggiunge i 105 CV.

Prodotta in 400 unità, la Opel Ascona 400 viene utilizzata come base per la vettura da rally, che partecipa al mondiale dal 1980 al 1984 (vincendolo nel 1982). Ha un motore di 2.4 litri, che sviluppa 144 CV per la versione da strada e fino a 340 CV per quella da corsa. È una delle ultime auto vincenti dotate della sola trazione posteriore.

Con un nome così, dedicato alla città brianzola in cui si trova il “tempio della velocità” italiano, la coupé tedesca non poteva non essere un’auto rapida e prestazionale. E infatti la Opel Monza del 1977 è stata a lungo l’Opel più veloce mai realizzata: grazie al motore 3.0 da 180 CV, raggiunge i 215 km/h e copre lo ‘0-100’ in 8,5 secondi. Ha linee spigolose e ben proporzionate.

L’allestimento GSi arriva per la Corsa nel 1988, quando la prima generazione dell’utilitaria riceve il motore aspirato 1.6 da 101 CV. Lo stile viene reso più accattivante, complice il profilo rosso nei fascioni, ma la Corsa GSi è meno appariscente di alcune rivali. Questa del resto è la filosofia delle Opel GSi, auto più sportive che tuttavia non danno nell’occhio.

È la Gioconda della Opel quando si parla di auto sportive, il modello che più di tutti è scolpito nei ricordi degli appassionati. Messa a punto con la collaborazione della Lotus, che ne curò il motore e l’assetto fra le altre cose (i due marchi erano parte della General Motors), fu lanciata nel 1990. Il propulsore era il 6 cilindri turbo 3.6 con 377 CV di potenza, scaricati a terra sulle ruote posteriori attraverso il cambio della Chevrolet Corvette ZR1. Con uno ‘0-100’ in 4,9 secondi e una velocità massima di quasi 285 km/h, la Omega Lotus era fra le auto più scattanti e rapide dell’epoca.

Sostituta della Manta, la Opel Calibra debutta nel 1989, ed è una coupé lunga 450 cm dalle linee pulite, che le conferiscono un coefficiente di penetrazione aerodinamica da record per l'epoca. Dotata di quattro posti veri, derivava dalla berlina Vectra ed era disponibile con un motore a benzina di 2.0 litri in configurazione a 8 valvole (115 CV), o 16 valvole (150 CV). Nel 1992 arriva il 2.0 turbo da 204 CV, abbinato alla trazione integrale (per gli altri motori la trazione è anteriore), e l’anno dopo viene aggiunto il V6 2.5 da 170 CV. La Calibra partecipa al campionato turismo tedesco DTM, dotata di un V6 2.5 con fino a 480 CV di potenza. Esce di produzione nel 1997.

Se l’allestimento GSi è sportivo senza esagerazioni, lo stesso non vale per l’OPC (Opel Performance Center), che invece si fa riconoscere per i fascioni maggiorati, l’alettone posteriore e il tipico colore blu elettrico della carrozzeria, che si ritrova anche all’interno e nei sedili. Nel 1999 debutta la prima generazione dell’Astra OPC, con il motore aspirato 2.0 da 160 CV, ma nel 2002 arriva il turbo 2.0 da 192 CV.

Nel 2001 la casa tedesca torna a proporre una sportiva a due posti: è la Opel Speedster, una leggera e compatta targa (solo 379 cm in lunghezza) costruita nella fabbrica della Lotus, nel solco della fortunata collaborazione che aveva dato vita alla Omega Lotus. Il telaio è il medesimo della Lotus Elise, mentre il motore è un aspirato 2.2 da 147 CV. Nel 2003 arriva il turbo 2.0 da 200 CV.