UN BRUTTO AFFARE - Patrick Pélata (nella foto in alto), direttore generale della Renault ha rassegnato le sue dimissioni, in seguito alla vicenda di spionaggio industriale rivelatasi infondata che ha portato al licenziamento di tre top manager della casa francese. Michel Balthazard, Bertrand Rochette e Mathieu Tenenbaum erano stati accusati di aver “spifferato” alla concorrenza cinese segreti sullo sviluppo delle batterie per le auto elettriche, ma era tutta una montatura.
CAPRO ESPIATORIO - Come annuncia in un breve comunicato stampa la Renault, Pélata, “avendo preso conoscenza dei risultati dell'audit (l'indagine interna sulla gestione della viceda, ndr.), ha chiesto di essere rimosso dalle sue funzioni. La richiesta è stata accettata”. Un cambio di rotta, rispetto al secco no del mese scorso, quando Carlos Ghosn, presidente della Renault, aveva respinto le dimissioni del suo vice ed era comparso in televisione per ammettere di essersi sbagliato sullo spionaggio (leggi qui la news). Secondo le indiscrezioni, riportate oggi anche dal Corriere della Sera, Pélata si sarebbe "sacrificato" per salvare Ghosn: il governo francese, che detiene il 15% della Renault, dopo averlo pesantemente criticato, avrebbe abbassato i toni, ritenendo che sollevare dall'incarico l'attuale presidente sarebbe stato troppo nocivo per l'azienda.
BRACCIO DESTRO DI GHOSN - Patrick Pélata, classe 1955, si è laureato nel 1974 all'Ecole Polytechnique, la più prestigiosa università di ingegneria francese. È entrato in Renault come responsabile della divisione carrozzerie dello stabilimento di Flins. Nel 1999 ha lavorato fianco a fianco di Ghosn per risollevare le condizioni della Nissan, allora vicina alla bancarotta, e dal 2008 ha preso il controllo della Renault.




