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Dalla Williams una piattaforma per auto elettriche

02 marzo 2018

Il reparto ingegneria della casa inglese ha sviluppato un telaio “chiavi in mano” denominato FW-EVX.

Dalla Williams una piattaforma per auto elettriche

LEGGERO E COMPATTO - Attiva da decenni nella Formula 1, da qualche anno anche nella Formula E e con diverse collaborazioni nello sviluppo di supercar elettriche come la Dendrobium D1 (qui per saperne di più), la Williams entra nel mercato delle auto elettriche di grande serie la piattaforma FW-EVX, presentata in anteprima nel 2017 della quale oggi si conoscono i dettagli. Si tratta di un telaio comprensivo di tutte gli elementi di un sistema elettrico pensato per modelli dei segmenti C (tipo VW Golf) e D (tipo BMW Serie 3) pronto per essere offerto “chiavi in mano” ai costruttori di grande serie, che avrebbe tra i suoi punti di forza la leggerezza e la compattezza. 

FINO A QUATTRO MOTORI - La piattaforma modulare sviluppata dalla Williams Advanced Engineering integra in una sola struttura le batterie integrate nel pianale, i sistema di raffreddamento e di gestione, fino a quattro motori per una trazione 4WD, lo sterzo e le sospensioni a forcella oscillante. Una piattaforma che nella variante per il segmento C equipaggiata accumulatori da 80 kWh da 350 kg ha un peso complessivo di 955 kg. Secondo Paul McNamara, direttore tecnico della Williams Advanced Engineering, “un veicolo realizzato con la piattaforma FW-EVX può essere più leggero, più sicuro, più ecologico e molto più economico” rispetto a progetto convenzionale o uno realizzato assemblato da singoli sistemi all’avanguardia dai fornitori di tecnologia. 

CONCENTRATO DI TECNOLOGIE - Lo chassis creato dalla Williams è un concentrato di tecnologie pensate per ottenere la massima efficienza e sicurezza. Le batterie, ad esempio, sono ad alta resistenza e contribuiscono alla struttura del veicolo e sono raffreddate tramite delle canaline laterali del modulo centrale in composito di alluminio e carbonio. Un contributo a mantenere la giusta temperatura degli accumulatori arriva pure dall’impiego di materiali che favoriscano la dissipazione del calore. Un complesso sistema di raffreddamento che ha pure la funzione di ottimizzare l’aerodinamica evitando l’adozione di grandi prese nella parte frontale. La struttura a nido d’ape delle batterie, inoltre, sono progettate per rendere più rigida la piattaforma mentre gli elementi laterali sono concepiti per incrementare l’assorbimento in caso di impatto a tutto vantaggio della sicurezza degli occupanti e delle batterie stesse. Tra le altre tecnologie presenti citiamo la Racetrack, un processo per realizzare i bracci trasversali delle sospensioni a pressa da un composito di carbonio riciclato all'80% che consente di ottenere “bracci” più leggeri del 40% rispetto a quelli in alluminio con costi simili. 



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Ritratto di Giuliopedrali
2 marzo 2018 - 18:34
Bravi. Poi gli inglesi sono sempre stati grandi telaisti per le auto sportive, questo è un nuovo scenario.
Ritratto di Vincenzo1973
3 marzo 2018 - 17:20
Nulla perché non lo ha detto a te. Cattivo marchionne
Ritratto di dreamerofcars
3 marzo 2018 - 16:59
vogliamo passare all'elettrico...bene. allora iniziamo a pensare alle infrastrutture necessarie e all'approvvigionamento di elettricita'. Oppure vogliamo replicare il modello benzina, botto di tasse, acquisto dipendenza da altri paesi e soggetti. chi produrrebbe l'elettricità necessaria e quanto costerebbe a me consumatore finale? Se tra 20 anni dovessero scoprire le anime belle che inquina chi paga tutto? "sbatti"?
Ritratto di jabadais
3 marzo 2018 - 18:24
Cavolo non ci avevo pensato, ma se passiamo all'elttrico come fa lo stato a succhiarsi le accise sulla benzina?
Ritratto di dreamerofcars
3 marzo 2018 - 22:55
una bella centrale fotovoltaica statale con rifornimento a prezzo equo solidale per tutti. potremmo costruirla con tutti i soldi di bollo pagati e accantonati sicuramente negli anni. potremmo rivendere anche l'energia prodotta in surplus agli altri, magari a debito.
Ritratto di studio75
4 marzo 2018 - 10:12
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sarà la volta buona che anche noi ci dotiamo di centrali nucleari con buona pace dell'Eni.