“COPIONE” TRAGICO - Investita e uccisa a Palermo, ieri, mentre attraversava sulle strisce pedonali: è stato questo il destino di una donna di 29 anni, Tania Valguarnera, nella centralissima via Libertà, all'incrocio con via Filippo Cordova e via Simone Cuccia. La donna è stata falciata, mentre stava andando a lavorare al call center Almaviva, da una Fiat Doblò bianca (
nella foto di
La Sicilia) guidata da un uomo di 49 anni, Pietro Sclafani, titolare di alcuni panifici in città. L'impatto è stato devastante, la donna è morta sul colpo. L'investitore, secondo i testimoni, si è fermato a guardare il corpo esanime della ragazza, ma non ha prestato soccorso ed è fuggito. Poi è stato bloccato dalla polizia, chiamata dai testimoni. L'uomo è risultato positivo al narcotest: avrebbe assunto ecstasy e anfetamina, anche se lui sostiene di non aver mai assunto droghe. Negli ultimi anni, aveva ricevuto diverse contravvenzioni per eccesso di velocità, l'ultima delle quali gli era costata la sospensione della patente per alcuni mesi. Ora è al tribunale di Palermo per essere processato con rito direttissimo.
QUELL’INCROCIO MALEDETTO - I colleghi di Tania Valguarnera già nel 2013 videro morire in un incidente, sempre in quel punto, un collega: oggi chiedono che sia installato un semaforo. Ma davvero è questa la soluzione contro chi guida in stato alterato? Ormai dal 2010 si parla di omicidio stradale: un reato “quasi volontario”, quindi con pene molto più severe rispetto all’attuale omicidio colposo (causato, cioè, da semplice imprudenza) previsto per incidenti dovuti a uso (o abuso) di alcol o droga (vedi news
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