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PSA: lo Stato francese non molla la quota

28 marzo 2017

Il 12,7% delle azioni del gruppo Peugeot Citroën resta in mani pubbliche, passando dal Tesoro alla banca d’investimento pubblica. 

PSA: lo Stato francese non molla la quota

NUOVI ASSETTI - Cambia l’azionariato del gruppo automobilistico francese PSA, comprendente Peugeot, Citroën e DS, oltre ad altre partecipazioni in Francia e all’estero. L’APE, Agenzia delle partecipazioni dello Stato, facente capo al ministero del tesoro, ha ceduto il suo pacchetto di azioni della PSA alla banca d’investimento Bpifrance. Ciò non significa che li Stato francese sia uscito dalla proprietà del gruppo automobilistico guidato da Carlos Tavares. Tutt’altro, dal momento che Bpifrance altro non è che banca d’investimento facente capo allo Stato. In sostanza, cambia la titolarità, ma rimane immutata la presenza pubblica nel gruppo PSA. Le azioni in questione rappresentano il 12,7% della proprietà della PSA, con il 18,5% dei diritti di voto.

COSA CAMBIA - Apparentemente la novità non cambia ben poco, giusto solo l’avvicendamento dei due rappresentanti dell’APE con altri due della Bpifrance in seno al Consiglio di sorveglianza e nel patto a tre con la famiglia Peugeot e il gruppo cinese Dongfeng. In realtà il cambiamento ha un significato rilevante. Con esso infatti il governo di Parigi esprime la volontà di restare nella compagine azionaria del gruppo Peugeot Citroën, lasciando cadere l’ipotesi di un'uscita a breve, conseguente al risanamento avvenuto della società.

BUON AFFARE - L’affidamento del 12,7% delle azioni alla gestione della Bpifrance costituisce un buon affare per le casse dello Stato. La transazione dall’APE alla Bpifrance ha un controvalore di 1,92 miliardi di euro, che significano un profitto di 1,12 miliardi per l’APE (cioè le casse del ministero del Tesoro). Un bel risultato in assoluto e ancora più bello se si considera una risposta alle tante critiche che furono rivolte al governo quando tre anni fa decise di intervenire nella PSA creando le condizioni per l’intervento dei cinesi della Dongfeng nella PSA, che furono convinti appunto dalla partecipazione nell’operazione dello Stato francese.  

VOLONTÀ DI RESTARE - Ma non solo. La sistemazione del 12,7% delle azioni PSA presso la banca pubblica di investimento Bpifrance è da considerare rilevante anche - se non soprattutto - perché testimonia inequivocabilmente la volontà del governo di Parigi di rendere permanente la partecipazione pubblica nella PSA. Una presenza che si accompagna a quella analoga, sia pure con storia diversa, nel gruppo Renault, che il governo parigino non dà segni di voler ridurre, anche a dispetto del partner Nissan e del vertice della Renault.



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Ritratto di Luzo
28 marzo 2017 - 15:59
Tutto molto bello, se non fosse che se le è vendute a se stesso, pagandole uno sproposito ......pare il giochino delle tre carte
Ritratto di FRANCESCO31
28 marzo 2017 - 20:26
voglio esprimere il mio scontento x la fusione con Opel , x me è no !
Ritratto di FRANCESCO31
28 marzo 2017 - 20:29
bisognava fare la fusione fra Fiat+Renault+Opel , eliminare tutti e 3 i marchi , inventarne 1 nuovo , chiudere almeno uno stabilimento produttivo nei 3 paesi nativi , sfruttare le economie di scala a tutto spiano (sarebbero al 25% del mercato europeo , appena +1% rispetto a WV)
Ritratto di Luzo
28 marzo 2017 - 22:28
seeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
Ritratto di meo_tamigi
29 marzo 2017 - 01:06
Peccato che il salvataggio é costato 7 miliardi....
Ritratto di meo_tamigi
29 marzo 2017 - 01:08
http://www.repubblica.it/economia/finanza/2012/10/23/news/peugeot_stato_francese_garante-45155528/ Prima di essere smentito Ha garantito l'acquisto di titoli di debito fino a 7 miliardi.. tutto dire
Ritratto di caronte
4 giugno 2017 - 22:21
Secondo me lo stato francese ci guadagna molto per decidere di cedere le quote.