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La Renault ci ripensa: “Forse non si è trattato di spionaggio”

07 marzo 2011

Il vicepresidente della casa francese, Patrick Pélata, dichiara che darà le dimissioni se si dovessero rivelare infondate le accuse, rivolte a tre manager, di aver fornito informazioni riservate alla concorrenza cinese. Un “sacrificio” per salvare la poltrona di Carlos Ghosn? Il grande indagato Michel Balthazard attacca: “La direzione generale si assuma le proprie responsabilità”.

SI RIDIMENSIONA LO SCANDALO – “La direzione generale deve assumersi le proprie responsabilità”. Michel Balthazard va all’attacco. In un’intervista pubblicata ieri dal quotidiano francese Le Figarò, l’ex membro del comitato di direzione della Renault non esita a tirare in ballo il presidente Carlos Ghosn (nella foto in alto). “Non cerco vendetta, però mi aspetto che dichiari pubblicamente di essersi sbagliato”. Già, perchè più passano i giorni, più si ridimensiona lo scandalo che ha portato al licenziamento di Balthazard e di altri due alti manager, accusati di aver venduto a un misterioso committente cinese informazioni riservate (leggi qui la news). La casa francese ufficialmente resta cauta: “Tutto è nelle mani della magistratura. Staremo a vedere”.


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Patrick Pélata, il numero due Renault.


DIMISSIONI IN VISTA?
– C’è comunque da notare che, nei giorni scorsi, il numero due della casa, Patrick Pélata, è uscito per la prima volta allo scoperto, dal muro di no comment dietro a cui i vertici del gruppo s’erano rintanati, con un’intervista che può essere letta come una prima (velata) ammissione di colpa. “Alcuni elementi portano a dubitare che si sia trattato di spionaggio”, ha dichiarato il vicedirettore generale della Renault a Le Figarò. “A inchiesta conclusa, il gruppo trarrà le conseguenze fino ai livelli più alti dell’azienda, cioè fino a me stesso”. In altre parole, se la procura di Parigi dovesse ritenere infondate le accuse di spionaggio, come in molti adesso ritengono, a cadere sarà proprio la testa di Pélata. Un sacrificio che potrebbe salvare la poltrona (e la faccia) del grande capo Carlos Ghosn, “colpevole” di aver dato eccessivo credito a una lettera di denuncia anonima, contenente accuse che parrebbero ora infondate. Da qui il sospetto che prende corpo in questi giorni: si è trattato di un regolamento di conti interno. In altre parole: Ghosn ha preso lucciole per lanterne.


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Michel Balthazard, direttore delle operazioni di pre-engineering e membro del comitato di direzione Renault.


RESA DEI CONTI
– Secondo le indiscrezioni uscite nei giorni scorsi, gli inquirenti della procura di Parigi non avrebbero trovato riscontro alle accuse. Soprattutto, non esisterebbero i tre conti correnti (due in Svizzera e il terzo nel Liechtenstein) su cui il fantomatico concorrente cinese avrebbe versato il compenso per le soffiate dei tre manager. Gli indiziati, che si sono subito proclamati innocenti e hanno poi denunciato la Renault per diffamazione, sono nomi di primo piano. Su tutti, spicca quello di Balthazard. “Se le accuse si dimostreranno infondate, ci proporremo di reintegrare i tre dipendenti”, ha precisato Pélata, aggiungendo poi che “la Renault sarà molto attenta a riparare alle ingiustizie”. Detto altrimenti, a rimborsare profumatamente le persone coinvolte. Dal canto suo, Balthazard ribatte: “Per me è inimmaginabile tornare a lavorare insieme alle persone che hanno sostenuto la mia colpevolezza”. Però, chiede un risarcimento: “Prendevo 300.000 euro all’anno. È impossibile ora che riesca a trovare un altro lavoro dello stesso livello”.

ELISEO IN IMBARAZZO – L’uscita di Pélata ha sollevato dall’imbarazzo il governo francese, che controlla la casa con una quota del 15% e che, per bocca del ministro all’industria, Eric Besson, aveva definito il presunto spionaggio un atto da “guerra economica”, sfiorando così l’incidente diplomatico con Pechino. Roba da perderci la faccia. Sarà per questo che il ministro dell’Economia, Christine Lagarde, ha prontamente applaudito alle parole del vicedirettore generale: “Ha avuto dignità”. Il che equivale a dire che non ci penserebbe un attimo ad accettarne le dimissioni.



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Ritratto di Mister Grr
7 marzo 2011 - 18:27
ha infangato 3 persone etichettandole come spie a vita per cosa? Per aver creduto a uno sconosciuto senza verificare? Che sia un personaggio fuori da ogni logica si è sempre saputo (la laguna che doveva far concorrenza a bmw e mercedes...si vede!) ma che fosse così...bah! Bel modo di pubblicizzare la renault, in un momento in cui si apprestano a lanciare delle auto elettriche! Tanto di cappello al vice, invece.
Ritratto di Porsche
8 marzo 2011 - 19:53
Solo una parola: BUFFONE !!!

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