PIOGGIA FREDDA PER L’INDOTTO - A cascata, le decisioni prese dal gruppo
FCA a proposito del suo piano economico 2014-2018 (
qui per saperne di più) hanno avuto un inevitabile impatto sul settore italiano della
componentistica, cioè le aziende che producono un gran numero delle
parti che sono impiegate nell’assemblaggio delle vetture. A mettere in apprensione il comparto è lo slittamento di due anni deciso dalla FCA per gli obiettivi prefissati dell’Alfa Romeo: 400 mila veicoli prodotti non sono più il traguardo per il 2018, ma per il 2020.
PER IL CONSOLIDAMENTO - Si calcola che nel 2015 in Italia siano stati prodotte 670 mila vetture (il dato ufficiale e preciso sarà diffuso a giorni) con un grande balzo rispetto al 2014 quando non si andò oltre le 420 mila unità. Ma, nella prospettiva, il mondo dell’indotto che fabbrica i componenti, attende con grande impazienza l’avvio della produzione della
Alfa Romeo Giulia (
nella foto) e degli altri nuovi modelli già annunciati dalla casa del Biscione, perché evidentemente da ciò deriverà un notevole impulso alla domanda di pezzi.
“SCIVOLO” DI DUE ANNI - La tempistica preannunciata dalla FCA con la prima versione del piano quinquennale 2014-2018 lasciava prevedere un forte contributo Alfa Romeo alle attività produttive italiane a partire dal 2016 con forte incidenza per il 2017 e il 2018. Ora, con la rielaborazione dei programmi così come resi noti pochi giorni fa, tutto slitta in avanti di un paio d’anni, innescando una inevitabile preoccupazione per il “buco” creato nelle pianificazioni di business. A esplicitare la situazione è stato Aurelio Nervo, il presidente dell’Anfia (l’associazione delle aziende della filiera automobilistica) che da un lato ha sottolineato i brillanti risultati conseguiti dal comparto auto nel 2015, ma contemporaneamente ha avanzato le sue preoccupazioni per le notizie arrivate dall’Alfa Romeo.
L’ALFA ROMEO È IMPORTANTE - Le tante industrie italiane impegnate nel settore della componentistica automotive hanno da tempo messo in atto una politica che non si limita a guardare all’Italia, ma riesce a essere fornitrice di tante case estere, in diversi paesi e continenti. Non è un caso che proprio in questi giorni un gruppo di dirigenti di aziende di questo settore sia impegnato in una missione in Marocco (con l’Anfia) per allacciare relazioni con la crescente industria automobilistica marocchina. Ciò non toglie però che la prospettiva di una forte ripresa produttiva da parte dell’Alfa Romeo, in Italia, significherà un altrettanto forte impulso per l’universo della componentistica. Comprensibile dunque l’apprensione innescata dall’annuncio dello slittamento dei programmi Alfa Romeo.