I semafori sono elementi che sono sostanzialmente identici in ogni parte del mondo: con il rosso ci si ferma, con il giallo si può passare se si ha già impegnato l’incrocio (in certi Paesi preannuncia la fine del rosso), con il verde si può passare. In futuro questo elemento che contribuisce a regolare il traffico potrebbe essere rivoluzionato con l’introduzione di una quarta lampada, che emette una luce bianca.
La quarta luce diventerebbe necessaria per gestire la convivenza tra veicoli guidati da esseri umani e quelli autonomi: secondo una ricerca condotta dalla North Carolina State University, l’adozione di una luce bianca nei semafori permetterebbe di diminuire i tempi di attesa fino al 94%, migliorare l’efficienza nei consumi di carburante e ridurre in modo significativo le emissioni inquinanti.
In un incrocio, la luce bianca del semaforo si attiverebbe esclusivamente quando sono presenti un numero adeguato di veicoli autonomi, in grado di comunicare tra loro e con l’infrastruttura stradale tramite appositi sistemi. In questo scenario, i mezzi automatizzati sincronizzano i propri movimenti per attraversare l’incrocio in modo scorrevole, mentre ai conducenti umani la nuova segnalazione indica di procedere seguendo il veicolo davanti. In questo modo, la gestione del traffico viene affidata ai sistemi automatici, con una sensibile riduzione delle interruzioni e dei tempi di attesa.

Se il numero di veicoli autonomi scende al di sotto di una soglia prestabilita, il semaforo riprende il normale funzionamento con le tradizionali luci rosso, giallo e verde. In questo modo si risolverebbe uno dei punti più critici per la fluidità del traffico: rispetto ai sistemi semaforici tradizionali, secondo i ricercatori la quarta luce migliorerebbe l’efficienza del 98%, con benefici per le flotte commerciali, i servizi di mobilità e la riduzione dell’inquinamento.
Se i benefici potrebbero essere elevati, non mancano criticità che bisogna prendere in considerazione prima di procedere a sostituire tutti gli attuali semafori a tre luci. Infatti affidare la gestione degli incroci a un sistema informatico, oltretutto da implementare su vasta scala, mette questo a rischio di possibili intrusioni e attacchi informatici, blackout o malfunzionamenti.
Condizioni che avrebbero gravi conseguenze in particolare nelle aree urbane più congestionate. Assicurare comunicazioni sicure e affidabili tra semafori e veicoli è quindi fondamentale per prevenire guasti o intrusioni che potrebbero compromettere la gestione del traffico. Gli esperti evidenziano l’importanza di adottare protocolli di comunicazione solidi, sistemi di autenticazione dei messaggi e meccanismi di ridondanza per garantire il corretto funzionamento del sistema.
La strada sembra comunque tracciata e si sta già valutando di condurre i primi test su strade secondarie per raccogliere dati e trovare eventuali criticità prima di portare il sistema su un territorio più ampio. In questi “laboratori urbani” si potrà monitorare l’interazione tra conducenti tradizionali, operatori di servizi di mobilità e flotte di veicoli autonomi, al fine di valutare l’efficacia del sistema e individuare eventuali problemi o punti critici.
























