SUL BARATRO - La situazione economica del gruppo PSA è molto pesante. Per i risultati del 2012 sono attesi forti perdite, tanto che la società ha deciso di ridimensionare le sue stesse valutazioni delle attività automobilistiche, riducendole di 4,13 miliardi di euro (erano 14,5 miliardi alla fine di giugno 2012) in base alle previsioni ancora negative sull’andamento del mercato europeo anche per la seconda parte del 2013.
PARACADUTE STATALE? - Secondo fonti sindacali, le perdite del gruppo ammontano a 7 milioni di euro al giorno. I dati ufficiali del bilancio saranno resi noti la settimana prossima, ma indiscrezioni pubblicate dalla stampa finanziaria parlano di una crescita del debito netto da 2,45 a 3 miliardi di euro. Un quadro da far tremare i polsi e aprire gli scenari più diversi. Ne fa fede la dichiarazione del ministro del Bilancio francese Jerome Cahuzac: “Voglio essere chiaro, Il gruppo PSA Peugeot-Citroën non può scomparire. Faremo ciò che c’è da fare per salvare la società”.
NESSUNA SMENTITA CONCRETA - Il “quel che c’è da fare” è stato subito tradotto in una determinazione del governo a entrare nell’azionariato della PSA, garantendole così le coperture necessarie per la sopravvivenza. Le affermazioni del ministro sono state fatte in un’intervista al quotidiano Liberation, dicendo esplicitamente che il governo sta studiando l’ipotesi sia pure come ultima soluzione possibile. Incalzato sulla possibilità che lo Stato investa in PSA, Cahuzac ha risposto che “È possibile”. Poco dopo un portavoce del primo ministro Jean-Marc Ayrault a un cronista che chiedeva conferma di quanto detto dal ministro del Bilancio, ha risposto che l’argomento non è nell’agenda del governo, che non è in contrasto con quanto detto da Cahuzac. Quanto al gruppo PSA ha rifiutato qualsiasi commento.
MANAGEMENT - Lo stesso quotidiano Liberation ha anche aggiunto che secondo le sue informazioni il governo ha anche fatto presente agli azionisti della PSA (la famiglia Peugeot) l’opportunità di rimuovere l’attuale presidente Philippe Varin per sostituirlo con Louis Gallois, presidente e direttore generale del gruppo EADS, il colosso dell’aeronautica che produce gli Airbus.