PREOCCUPAZIONI - Pochi giorni fa la Suzuki ha festeggiato un importante traguardo: la produzione della tremilionesima Suzuki Swift, il modello lanciato nel 1985 e capace di conquistare consensi su tutti i mercati: oggi è venduta in 120 Paesi, mentre è prodotta in Giappone, India, Cina, Thailandia e Ungheria. Ciò nonostante, nelle operazioni della Suzuki in Europa si è accesa una luce rossa di allarme. Il presidente della Suzuki Europa, Takanori Suzuki, ha dichiarato alla stampa che da quattro anni la Suzuki in Europa è in perdita, e non è possibile sapere quando la situazione cambierà. “Se ciò continuerà a lungo, saremo in serie difficoltà” ha concluso Suzuki.
CAPACE DI FUORIUSCIRE - Una dichiarazione pubblica di questo tenore fa intendere che la situazione è sotto osservazione con molta attenzione per vedere quali decisioni debbano essere prese. In tal senso viene da ricordare che recentemente la stessa
Suzuki ha clamorosamente deciso di uscire dal mercato statunitense, in generale uno dei più profittevoli al mondo (
qui la news), anche in questo caso a causa delle perdite accumulate.
Il quartier generale della Suzuki ad Hamamatsu.
PRODUZIONE IMPORTANTE - Le due situazioni sono però sensibilmente diverse. L’anno scorso la Suzuki nei 27 Paesi dell’Unione europea ha immatricolato 154.446 veicoli, con un calo del 13,4% rispetto al 2011. Ma la Suzuki in Europa ha anche uno stabilimento, in Ungheria. L’anno scorso però l’impianto è stato ampiamente sottoutilizzato: in tutto il 2012 sono state prodotte 155 mila vetture, contro le 220 mila che è la sua potenzialità.
TAGLI INEVITABILI - Ciò ha significato il “taglio” di un turno di lavoro, cosa che ha dato luogo a esuberi per circa 1.200 addetti. In questo quadro il capo della Suzuki Europa ha anche detto di non essere sicuro che in futuro possa esserci ancora posto per le produzioni “conto terzi”, cioè quelle della Fiat Sedici e delle Opel Splash.