DAL 2004, SI DISTINGUE - La Suzuki Swift è entrata nel catalogo della casa giapponese fin dagli anni 80, ma è solo con la quarta edizione (arrivata nel 2004, la vedi nella galleria fotografica) che questo modello è diventato una piccola icona di stile. Pur riprendendo alcuni spunti stilistici dalla Mini lanciata nel 2001 (il tetto piatto, il parabrezza piuttosto verticale con i montanti neri, le fiancate più larghe rispetto alla zona dei finestrini), tutto il resto era innovativo e formava un insieme gradevole, simpatico e armonioso: il cofano motore corto, arrotondato e spiovente, sul quale si allungavano i fari a sviluppo verticale; le fiancate lisce, mosse solo da passaruota dolcemente modellati; la coda “pulita”, con le luci che riprendevano la forma di quelle anteriori.
CINQUE PORTE, MA SEMBRANO TRE - L’auto è piaciuta, tanto che questi elementi sono rimasti, sia pure aggiornati, nella quinta serie del 2010 per poi essere ripresi anche nella Suzuki Swift appena presentata, del tutto nuova. Questa volta, però, i designer hanno cercato un look più “muscoloso”, per dare l’idea di una vettura meglio “piantata per terra”: obiettivo che è stato raggiunto attraverso nuove proporzioni (l’auto è più corta, bassa e larga) e adottando un frontale con mascherina più ampia e posta più in basso, oltre a una parte posteriore un pizzico più spigolosa. Chi disegna una vettura deve tenere conto anche delle esigenze industriali e di mercato: come ci conferma Tetsuya Ozasa (foto qui sopra), il responsabile del centro stile italiano della Suzuki, dove la nuova Swift è nata. “Adesso non c’è più la versione a tre porte, molto meno richiesta di quella a cinque a causa della sua minore praticità, e quindi non più economicamente sostenibile. Noi abbiamo cercato di non perdere l’immagine sportiveggiante tipica delle auto con due soli sportelli laterali posizionando le maniglie posteriori dietro i finestrini, dove si vedono meno, e dissimulandole grazie a inserto nero. Non siamo certo i primi a farlo, ma abbiamo cercato anche una buona funzionalità. Le maniglie sono grandi e facili da impugnare.” E dopo averle provate, lo possiamo confermare anche noi di alVolante.
INFLUENZA TRICOLORE - Ozasa è arrivato a Robassomero, nella cintura torinese, nel 2013, dopo un’esperienza in Giappone; il centro stile italiano (attivo dal 2009, si confronta quotidianamente con i due del Sol Levante e con quello indiano) è nato per recepire in anticipo e “in diretta” le tendenze dello stile europeo, dato che il Vecchio Continente è un riferimento per il design (oltre a essere un mercato sul quale la Suzuki punta molto). I bozzetti prescelti per realizzare la nuova Swift arrivavano proprio da Torino. Ciò non toglie che l’approccio allo sviluppo di una vettura sia ancora “alla giapponese”: lo stile è importante, ma le esigenze tecniche vengono prima di tutto. A questo proposito, il designer giapponese fa un paio di esempi.
MAXI-RUOTE? NON CI SERVONO! - Mentre nelle utilitarie europee si possono montare gomme fino a 18 pollici di diametro e con larghezze superiori ai 20 cm, con un impatto scenico notevole, la Suzuki Swift poggia su ruote relativamente piccole (16 pollici e 185 millimetri di larghezza al massimo). La motivazione è puramente tecnica: dato anche il peso molto contenuto della piccola Suzuki, questa scelta dà il miglior compromesso fra guida, comfort, prestazioni, consumi ed emissioni. Le ruote grandi, infatti, pesano di più e sono origine di maggiori attriti. Un discorso simile può essere fatto per i fari full led, ancora una rarità per vetture di queste dimensioni, e che invece sono di serie nelle Swift meglio equipaggiate. “Chiedevo un giorno sì e uno no la possibilità di avere i fari e le luci posteriori a led”, dice Ozasa, “perché contribuiscono non poco a dare un’immagine moderna e tecnologica a tutto il veicolo. Ma sono costosi! E infatti l’ok è arrivato soltanto tenendo conto dei vantaggi in termini di visibilità e sicurezza.”
IN ARRIVO LA SPORTIVA - Resta da vedere come verrà risolto l’equilibrio tra esigenze tecniche e di stile (l’adozione di spoiler, estrattori aerodinamici, e anche ruote un po’ più grandi) con la prossima versione sportiva della Swift. Dovrebbe vedersi entro l’anno, sarà spinta dal 1.4 turbo da 140 cavalli già montato sulla Vitara e sulla S-Cross; se la Swift confermerà, anche in questo caso, l’ottima maneggevolezza che abbiamo riscontrato nelle versioni meno potenti, diventerà sicuramente un modello di riferimento nella categoria delle sportive “mignon”.