EREDITÀ D’AMERICA - Quando nel 2008 gli indiani rilevarono dalla Ford i marchi Land Rover e Jaguar, continuarono (e continuano tutt’ora) a usare i motori statunitensi per queste vetture. Ora, però, il quotidiano di Nuova Delhi The Times of India annuncia la prossima fine di questo accordo. In una intervista, il direttore esecutivo di Tata Motors India, Prakash M Telang, ha annunciato che la casamadre indiana e i due marchi europei controllati intendono iniziare a sviluppare in proprio dei nuovi motori più piccoli ed efficienti e che possano essere utilizzati per veicoli di tutti e tre i marchi.
SONO TROPPO GRANDI - “Jaguar e Land Rover dovranno iniziare a rimpicciolire i loro motori e ci saranno sinergie fra questi due marchi”, ha aggiunto Telang, “l’attuale gamma di propulsori che usano, che sono della Ford, sono in gran parte di grande cilindrata. Per le vetture, vanno dai 3 ai 5,5 litri”. La via del downsizing (ridurre la cilindrata mantenendo la stessa potenza, grazie anche alla sovralimentazione), sembra quindi inevitabile, anche alla luce dell’esperienza di Tata con motori di piccola cubatura.
LA EVOQUE ASPETTERÀ - Gli studi, però sono ovviamente solo all’inizio e i frutti si vedranno fra qualche anno. Non a caso, la prossima Land Rover, la Range Rover Evoque, quando verrà lanciata al salone di Parigi di inizio ottobre, avrà motori Ford (fra i quali un 2.0 turbo a iniezione diretta di benzina da almeno 200 cavalli, che sulla Mondeo restyling sarà presente in due declinazioni: 203 e 240 CV). Sempre secondo le indiscrezioni, sarà possibile scegliere questo motore sia abbinato a un cambio manuale a sei marce che con quello robotizzato a doppia frizione (anch’esso già visto sulle vetture della casa americana).
LE INGLESI COSTRUITE IN INDIA - Secondo alcune ipotesi i nuovi motori potrebbero arrivare con le prime Land Rover assemblate in India. Non è un mistero, infatti, che Tata stia valutando con attenzione questa ipotesi per abbattere i costi di queste vetture ed essere più competitivi sul mercato interno. “Abbiamo iniziato a vendere le Jaguar e le Land Rover in India e abbiamo avuto una buona risposta. Ora stiamo esaminando la possibilità di assemblarle in loco” ha concluso Telang. Una pratica comune per altri costruttori e che prevede l’uso di una percentuale variabile di componenti prodotte localmente e altrove.