TECNOLOGIA DI RIFERIMENTO - La Tesla è finita di recente nell’occhio del ciclone per una serie di incidenti nei quali sono rimasti coinvolti alcuni dei suoi clienti, all’apparenza traditi dai sofisticati dispositivi che permettono all’auto di muoversi senza il contributo diretto di chi è alla guida. L’azienda ha chiarito sono una parte degli interrogativi emersi, dimostrando però come alcune responsabilità siano da imputare agli automobilisti. Non a caso il fondatore della Tesla, Elon Musk, ha spiegato in più frangenti come i sistemi attuali vadano a complemento della persona al volante, che non deve pertanto disinteressarsi o fare altro mentre si trova alla guida. Episodi di malfunzionamenti, se provati, possono comunque rappresentare un clamoroso autogol per la società, che ha puntato molto sull’ambito della tecnologia e sugli apparati di guida semi-autonoma, offrendo alcuni fra i dispositivi più evoluti oggi sul mercato.
TRE EPISODI IN UN MESE - Gli incidenti hanno suscitato mote discussioni in quanto avvenuti a poco tempo l’uno dall’altro. Il primo episodio risale al 29 aprile e si è verificato a Lindon, nello Utah (Stati Uniti), dove il proprietario di una Model S ha parcheggiato la sua berlina dietro un mezzo da lavoro. L’uomo, secondo la ricostruzione fornita al sito KSL, sarebbe entrato per qualche minuto all’interno di un edificio e al suo ritorno avrebbe trovato l’auto infilata per metà sotto il carico del mezzo pesante. Verso la fine di maggio, a Zurigo (Svizzera), si è verificato il secondo incidente: il conducente di una Tesla Model S ha tamponato il furgone che lo precedeva lungo una strada di scorrimento (video qui sotto), nonostante fosse attiva la l’opzione (Traffic-Aware Cruise Control) che dovrebbe riconoscere situazioni di pericolo e frenare l’auto quando procede nel traffico. Il terzo incidente è accaduto ad Irvine, in California (Stati Uniti), dove una Tesla Model X avrebbe preso velocità in maniera del tutto inattesa urtando un muro.
FATTISPECIE DI GUIDA - La Tesla non ha fornito una spiegazione ufficiale solo per l’incidente di Zurigo. Il sito internet Fusion rivela però che il manuale utente della Model S mette in guardia su una particolare fattispecie di guida: il sistema Traffic-Aware Cruise Control potrebbe non attivare i freni o non rallentare l’auto a sufficienza quando davanti si trova un veicolo fermo, specialmente quando la Tesla procede oltre gli 80 km/h. Il furgone appare effettivamente fermo, ma non è chiaro a quale velocità procedesse l’auto. L’incidente di Irvine ha dato origine ad una disputa fra l’azienda ed il proprietario dell’auto, Puzant Ozbag, che aveva ritirato la suv appena cinque giorni prima. I tecnici della Tesla hanno esaminato la centralina dell’auto e scoperto che la moglie di Ozbag, in quel momento alla guida, avrebbe premuto il pedale dell’acceleratore al 100%, senza che né in quel momento e nemmeno nei minuti precedenti fosse stata attivata la modalità Autopilot. Fino ad allora l’auto procedeva a 6 miglia orarie, circa 10 chilometri, mentre dopo avrebbe preso velocità all’improvviso.
COLPA DELLA MOGLIE? - Ozbag, intervistato dal sito Computerworld, ha smentito la ricostruzione e giustificato la consorte: la donna guida da 30 anni, conosce alla perfezione il luogo dell’incidente e “non avrebbe mai premuto il pedale sbagliato come una 90enne”. L’incidente di Lindon è quello che suscita le perplessità maggiori. La Tesla, come spiegato al sito Japlonik, ha biasimato il sito KSL per aver drammatizzato eccessivamente la vicenda ed è giunta alla conclusione che si tratti di un errore umano, dovuto allo scorretto utilizzo della funzione Summon: questa, come già sulla nuova Mercedes E, consente di parcheggiare l’auto dentro un box anche qualora il conducente sia fuori dall’abitacolo. La funzione richiede però la supervisione del conducente, tenuto ad attivarla, disattivarla e gestirla tramite il proprio smartphone: è infatti la persona a dover interrompere la manovra qualora rilevi una situazione di pericolo. L’uomo però non lo avrebbe fatto, portando a quello che ritiene fosse un malfunzionamento.
FALSE ASPETTATIVE - Le funzionalità di guida semi-autonoma e di parcheggio automatizzato vengono garantite dal sistema Autopilot, che si avvale di un’infrastruttura composta da un radar frontale, da una telecamera frontale e da 12 sensori a ultrasuoni, che permettono alle Model S e Model X di guidare da sole nella corsia di marcia, di cambiare corsia quando viene messa la freccia e di mantenere l’andatura di crociera grazie al regolatore di velocità adattivo. Questi episodi dimostrano però in modo diverso che gli automobilisti non sembrano ancora del tutto pronti a questa piccola rivoluzione, aspettandosi un grado di raffinatezza e precisione che l’azienda non riesce ancora a garantire. La Tesla, da parte sua, ha alimentato però troppe aspettative e speranze nei confronti della tecnologia: lo si può capire leggendo sul sito italiano dell’azienda, dov’è scritto che i sistemi integrati nell’Autopilot “si potenziano l'un l'altro […] per permettere al sistema di imparare e migliorarsi continuamente”. In questo caso non si tratta però di smartphone o computer, dove errori di gioventù sono ammessi, ma di veicoli sui quali viaggiano persone e inseriti nel contesto di strade trafficate.













































