LA BORSA LA PREMIA - La Tesla ha presentato i risultati del terzo trimestre del 2019 chiudendo con un utile netto di 143 milioni di dollari che è stato sufficiente a generare ottimismo in quel di Wall Street, tanto che le azioni hanno registrato un incremento del 16,2%, toccando quota 295,82 dollari (il profitto per azione si è attestato a 1,86 dollari). Tra gli aspetti negativi della trimestrale vi è un calo del fatturato totale, sceso dell'8% a 6,3 miliardi di dollari. Anche il flusso di cassa operativo, meno le spese in conto capitale, è sceso del 58%, a 371 milioni di dollari. Attualmente rimane nelle casse della Tesla una liquidità di 5,3 miliardi.
LA MODEL 3 TIRA - Nonostante questi aspetti contingenti, che Elon Musk ha cercato di risolvere con un’opera di razionalizzazione delle spese, scese del 9,3% a 930 milioni, la compagnia americana ha fatto registrare un aumento della produttività. Balzo che è stato possibile grazie alla crescita del 50% della produzione della berlina media Model 3, salita del 50 per cento fino a quota 79.837 unità. Continuano invece a faticare le auto ad alto profitto come la Model S e la X, la cui produzione è scesa del 39% a quota 16.318 unità, calo che ha influito sul margine operativo, in contrazione dal 6,1% al 4,1%.
LA FABBRICA CINESE - Un ulteriore spinta alla crescita della produttività dovrebbe darla lo stabilimento cinese, dove è già iniziata la pre-produzione della Model 3. Inoltre la Tesla, al fine di contrastare il fisiologico rallentamento delle sue vetture premium, ha dichiarato di voler anticipare l’inizio della produzione della Tesla Model Y, la suv media il cui avvio produttivo è stato fissato entro l'estate del 2020, nell'impianto di Fremont, in California.
CREDITI VERDI - Per quanto riguarda gli altri ricavi, la Tesla ha registrato dalla vendita di crediti verdi alle altre case automobilistiche un giro d’affari di 134 milioni di dollari, con un calo del 29% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, ma in aumento del 21% rispetto al secondo trimestre.