La data del 2035, fissata come termine ultimo per la vendita di nuove autovetture dotate di motori a combustione interna nell’Unione Europea, potrebbe essere abbandonata. Secondo recenti indiscrezioni, supportate da dichiarazioni di figure politiche senior come Manfred Weber, presidente del Partito Popolare Europeo (PPE) e deputato di spicco, l’Unione Europea starebbe abbandonando i piani per l'imposizione di un divieto totale, optando invece per una regolamentazione più flessibile mirata a raggiungere la riduzione delle emissioni di anidride carbonica.
Questa inversione di rotta risponde alle intense pressioni esercitate sia dai governi nazionali che dalle principali case automobilistiche della regione, le quali avevano a lungo sostenuto che la transizione precedentemente pianificata verso il modello zero emissioni entro il 2035 fosse "troppo aggressiva" e rischiasse di compromettere uno dei settori industriali fondamentali dell’Europa.
Una delle ipotesi più concrete sul tavolo della Commissione Europea, che si prepara a svelare i cambiamenti regolamentari la prossima settimana, prevede una proroga di cinque anni. Tale scenario sposterebbe al 2040 il mandato di emissioni zero, permettendo così la continuazione delle vendite di veicoli a combustione per un periodo più lungo.
Tuttavia, questa estensione non sarebbe incondizionata, ma circoscritta a modelli specifici: potrebbero essere ammessi solo i veicoli dotati di sistemi ibridi plug-in (PHEV) o di propulsori elettrici con autonomia estesa (EREV), i quali utilizzano il motore termico essenzialmente come generatore.
L'ammissibilità di questi veicoli oltre il 2035 sarebbe legata a requisiti ambientali estremamente stringenti. Tra le condizioni chiave emerse vi è l'obbligo che i veicoli a combustione funzionino con biocarburanti avanzati o e-fuel (carburanti sintetici realizzati utilizzando CO2 catturata ed elettricità proveniente da fonti rinnovabili). Inoltre, per la produzione di tali veicoli si richiederà l'utilizzo di acciaio "verde". Questa impostazione ambisce a mantenere l'obiettivo nominale di emissioni zero per le nuove autovetture entro il 2035, sebbene il raggiungimento dipenderà dai parametri definitivi della proposta.
Nonostante l'apertura verso queste tecnologie "pulite", necessarie per placare le preoccupazioni di diverse nazioni produttrici di auto, rimangono diverse questioni cruciali da definire. Ad esempio, le esatte proporzioni di ibridi plug-in ed EREV che potranno essere vendute nel mercato europeo dopo il 2035 devono ancora essere stabilite. Anche i dettagli tecnici relativi all'applicazione degli e-fuel e dei biocarburanti avanzati sono ancora in fase di elaborazione.
Sul fronte dei carburanti alternativi, permangono delle sfide significative. Sebbene gli e-fuel siano in teoria neutri dal punto di vista climatico, la tecnologia è ancora in una fase iniziale e i costi sono elevati. Parallelamente, i benefici ambientali dei biocarburanti sono oggetto di intenso dibattito, così come l'eccessiva pressione che la loro produzione potrebbe esercitare sui terreni agricoli destinati all’alimentazione.
Il pacchetto di modifiche atteso la prossima settimana affronterà anche una questione tecnica separata relativa ai veicoli ibridi plug-in. La Commissione aveva precedentemente considerato di inasprire il metodo di calcolo delle emissioni per questi veicoli, un parametro noto come "fattore di utilità". L'intenzione era quella di passare a un sistema che misurasse l'inquinamento nel mondo reale, al posto dell'attuale sistema che si basa su ipotesi di laboratorio le quali tendono a sottostimare in modo significativo le emissioni effettive. I piani per l'inasprimento di tale calcolo verranno ora differiti.





















































































































































