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Una piattaforma per lo sviluppo del biometano

09 novembre 2017

È stata siglata ad Ecomondo un’intesa per favorire la produzione di gas biologico che porterebbe all’Italia benefici economici, lavorativi e ambientali.

Una piattaforma per lo sviluppo del biometano

DUE CONSORZI A COORDINARE - Genera economia, crea posti di lavoro, riduce la dipendenza dai combustibili fossili e contribuisce alla riduzione delle emissioni di gas serra e degli inquinanti. L’elenco dei benefici teorici del biometano, il gas naturale di origine biologica, è lungo e ha indotto i potenziali protagonisti del settore a siglare il Protocollo d’intesa della Piattaforma tecnologica nazionale sul (Bio)metano. Un documento sottoscritto nel corso di Ecomondo, la fiera dell’economia sostenibile in corso a Rimini, con l’intento di “valorizzare le soluzioni tecnologiche innovative” per sfruttare appieno le opportunità offerte dal metano “naturale” per alimentare la rete del gas e la mobilità. A coordinare la piattaforma saranno il Cic (Consorzio Italiano Compostatori) e il Cib (Consorzio Italiano Biogas), mentre tra le realtà aderenti ci sono Anigas, Assogasmetano, Confagricoltura, Fise-Assoambiente, Italian Exhibition Group, Legambiente, NGV Italy e Utilitalia.

15.000 NUOVI POSTI DI LAVORO - Secondo i promotori della Piattaforma tecnologica nazionale sul (Bio)metano l’Italia “sarebbe nelle condizioni di raggiungere una produzione di 10 miliardi di m3 di biometano al 2030” arrivando a coprire il 25% del fabbisogno nazionale annuo di gas naturale, il doppio rispetto alla realtà odierna. Inoltre, lo sviluppo del metano biologico consentirebbe di creare 15.000 nuovi posti di lavoro “green” e di consolidare l’economia di diversi settori. Il biometano, infatti, può essere ricavato da sottoprodotti di origine agricola e colture d’integrazione, dalla frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata o dai reflui di allevamenti e delle fognature come si sta sperimentando a Milano (qui la news). Comparti che avrebbero vantaggi economici di rilievo con il potenziamento della filiera del biometano.

EMISSIONI IN CALO DEL 97% - Le prospettive illustrate dai promotori dell’iniziativa sono interessanti. Il Cic stima che entro il 2020 si arriverà a raccogliere 8 milioni di tonnellate/anno di rifiuti organici che, se riciclata negli impianti dedicati, porterebbe a produrre 2 milioni di ton./anno di fertilizzante organico e circa 300 milioni di kg/anno di biometano, più che sufficienti ad alimentare le flotte di mezzi destinati alla raccolta di tutti i rifiuti urbani prodotti. Una quantità incrementabile considerando le altre “fonti” per la generazione del gas e che consentirebbe di ottenere notevoli vantaggi in termini ambientali. Secondo i relatori del documento, una vettura alimentata da biometano emetterebbe una quantità di emissioni (5 grammi di C02eq/Km) nel ciclo “dalla fonte alla ruota” pari a quella di un’auto elettrica ricaricata con energia proveniente da fonti rinnovabili. Un abbattimento del 97% rispetto a un analogo modello a benzina al quale si aggiungono i vantaggi in termini di taglio degli inquinanti: -90/95% di polveri fini e -50% di ossidi di azoto rispetto ai veicoli a gasolio. 



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Ritratto di Dirk
10 novembre 2017 - 12:42
Più che ottima notizia per l'occupazione nel nostro paese sempre che poi si avveri veramente e non sia la 'solita bufala'.
Ritratto di Francesco_93
10 novembre 2017 - 14:21
molto meglio questa opzione, rispetto all'elettrificazione di massa
Ritratto di Dirk
10 novembre 2017 - 15:14
I possessori delle auto a metano ringrazieranno sicuramente.:-))
Ritratto di gbvalli
12 novembre 2017 - 09:15
1
Magari! Le buone intenzioni saranno come al solito vanificate da intrallazzi politici, interessi privati, ostacoli frapposti dalle lobbies delle energie tradizionali. Ma seguiremo con interesse questo potenziale sviluppo, una delle poche iniziative in favore dell'ambiente e della nostra salute.