Europa: vendite di auto in crescita a gennaio

FUTURO INCERTO - Anche se il mercato dell'auto inizia il nuovo anno con un sensibile aumento delle immatricolazioni rispetto allo stesso periodo del 2009, gli operatori del settore non hanno di che essere allegri. L'incremento del 12,9%, come fa notare un comunicato dell'Acea (Associazione dei costruttori di auto europei ) è il frutto degli incentivi erogati nel 2009 dai vari stati europei.

COME IN ITALIA - Insomma, gran parte delle auto immatricolate il mese scorso farebbero parte di quelle vetture vendute entro il 31 dicembre 2009, ma consegnate ai clienti solo a gennaio. Un fenomeno che ha influenzato le vendite anche in Italia (leggi qui la news) e confermato dalla flessione del 4,3% fatta registrare dalla Germania, dove i contributi statali all'acquisto di nuove auto sono terminati già nell'autunno dell'anno scorso.

I PRIMI SIAMO NOI - Negli altri principali mercati dei Paesi dell'Unione Europea, invece, dove gli incentivi sono continuati fino a fine anno, a gennaio 2010 si sono registrati degli incrementi. Al primo posto si posiziona l'Italia con un +30,2%, seguita dall'Inghilterra (+29,8%), dalla Spagna (+18,1%) e dalla Francia (14,3%). Nei Paesi dove gli incentivi non sono stati prorogati, come l'Italia, quasi certamente le vendite scenderanno. Ad oggi, gli unici ad avere approvato agevolazioni alle vendite per il 2010 sono stati la Francia e la Spagna (leggi qui la news); mentre in Inghilterra continueranno sino a fine marzo.

BENE FIAT - Tra i Costruttori, a segnare forti rialzi rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, c'è il gruppo Renault cresciuto a livello europeo del 59,5%, seguito a poca distanza dalla Hyundai (+53,2%). Gli altri hanno valori che oscillano tra il +2,4% della General Motors e il +19,9% della Fiat così ripartito: Alfa Romeo (+9,2%), Fiat (+20,6%) e Lancia (+27,9%). Tra i Gruppi con il segno negativo, invece, ci sono la Mitsubishi (-4%), la Daimler (Mercedes e Smart) con un -15,6%, le giapponesi Honda (-23,4%) e Mazda (-24,8%) e il gruppo Chrysler (-26,4%).