PUBBLICITÀ COME BAVAGLIO? - Mancava il fronte dei media nella vicenda “dieselgate” della Volkswagen. Ma evidentemente sotto la cenere del grande scandalo non manca neanche l’aspetto dei rapporti tra case automobilistiche e giornali. Lo si arguisce dalle polemiche nate in Francia in seguito alla pubblicazione di un articolo del settimanale satirico Canard Enchaîné. Il 30 settembre la testata nota per il suo humour al vetriolo e per le campagne scandalistiche, ha pubblicato un articolo che riferiva di pressioni fatta dalla Volkswagen France sulla stampa per mettere la sordina alla pubblicazione di notizie sullo scandalo degli scarichi non a norma delle vetture con motore TDI Euro 5 EA 189 del gruppo tedesco.
RICATTO PER EMAIL? - La cosa si sarebbe concretizzata in una email che l’agenzia in questione - la MediaCom - avrebbe inviato ai direttori dei giornali per far sapere che se continuavano a uscire articoli sulla vicenda delle emissioni manipolate, le uscite pubblicitarie previste nei giorni 6-8 e 10 ottobre erano da considerarsi annullate. L’articolo del “Canard” ha avuto subito smentite sia dalla Volkswagen Franche che dall’agenzia MediaCom, mentre non si registrano prese di posizioni di giornali che affermino di aver effettivamente subito le pressioni, oppure che dicano chiaramente di non essere stati contattati in tal senso.
IMPEGNO A INVESTIRE - Attraverso un comunicato dell’agenzia MediaCom, la Volkswagen France ha voluto far sapere “di non aver dato alcun ordine di annullamento delle sue campagne pubblicitarie nei media francesi. Al contrario, Volkswagen France mantiene i sui investimenti previsti”. Ma l’articolo del Canard Enchaîné non parlava di indiscrezioni o di fonti riservate: l’accusa alla Volkswagen France era basato sul documento inviato dalla MediaCom ai direttori dei giornali; una email di cui il “Canard” è entrato in possesso e che l’ha portato a decidere di pubblicare la notizia. E nella la email in questione si legge che: “…se il 6, 8 e 10 ottobre prossimi non ci sarà alcun articolo relativo alla crisi VW, noi manterremo gli investimenti”.
DOCUMENTI - Dunque l’accusa aveva una “pezza” concreta che lì per lì era parsa chiara, ma che secondo MediaCom è stata male interpretata. Secondo l’agenzia, il mantenimento delle pagine di pubblicità a fronte dell’assenza di articoli sulla vicenda “dieselgate” non era una forma di condizionamento ma solo una preoccupazione di non fare uscire della pubblicità in un contesto non favorevole, che avrebbe annullato lo scopo pubblicitario dell’inserzione. In pratica la nota via email sarebbe stata solo un preavviso di rinvio delle uscite pubblicitarie a un periodo più favorevole. A conferma di questa tesi, MediaCom ha anche affermato che la Volkswagen France si era anche detta disponibile a pagare comunque le pagine pubblicitarie “saltate” nel caso che le testate non fossero riuscite a trovare a venderle ad altri inserzionisti. La questione probabilmente è lungi dall’essersi esaurita, e non stupirebbero nuove prese di posizione sull’argomento da parte dei diversi soggetti coinvolti.