IL PESO DELLO SCANDALO - Il
gruppo Volkswagen ha presentato il suo bilancio relativo al 2015, anno segnato in maniera anche drammatica dallo scandalo
Dieselgate. Il dato che si fa notare di più è senz’altro la perdita registrata pari a 1,6 miliardi di euro. Un risultato che ancora fino all’estate dell’anno scorso pareva incredibile tanto era lo smalto del gruppo. Ma il “rosso” non è altro che la conseguenza dello scandalo e degli impegni a cui il gruppo si è preparato.
FATTURATO IN AUMENTO - Infatti il fatturato complessivo del gruppo l’anno scorso è stato di 213,3 miliardi di euro, contro 202,5 nel 2014, con un aumento 5,4%. Il beneficio operativo non è cresciuto in maniera analoga, ma è rimasto comunque stabile rispetto al 2014, a quota 12,8 miliardi di euro, con una percentuale sul fatturato del 6%. Tenendo conto dell’andamento non buono di almeno due grandi aree del mondo, i numeri non sono pesanti. Ma c’è il Dieselgate.
TANTI SOLDI A DISPOSIZIONE - Il bilancio 2015 deve infatti tenere conto di quanto il gruppo Volkswagen dovrà fronteggiare quest’anno e negli anni a venire in seguito al disastro dei milioni di vetture vendute con il software incriminato. Queste previsioni di spesa hanno portato all’inserimento in bilancio di 16,2 miliardi di euro come impegni a cui far fronte. Impegni che riguardano le operazioni di richiamo e l’eventuale riacquisto dei veicoli non regolari. Solo per la seconda voce si tratta di una previsione di 7,8 miliardi di euro. Per la cronaca, tutti questi soldi per così dire “accantonati” per il futuro sono stati presi dalla grande liquidità accumulata con il normale business: dal dicembre 2°014 al dicembre 2015 l’ammontare è cresciuto da 17,6 a 24,5 miliardi.
SGUARDO AL FUTURO - Questo quadro molto particolare spiega l’impostazione data dal vertice VW all’annuale conferenza sul bilancio: una impostazione tutta rivolta al futuro. Quasi come a dire implicitamente che le vicissitudini attuali saranno occasione di crescita e sviluppo. Per il 2016 si tratterà di gestire la transizione, non solo e non tanto quella dalla situazione critica di oggi a una più favorevole del prossimo futuro, quanto dalla logica di mobilità e di automobile valida sino ad oggi, a un’altra completamente nuova. Nella conferenza in cui sono stati illustrati i risultati economici, Müller ha parlato con grande ottimismo, affermando che il gruppo ha tutto ciò che occorre per affrontare questa fase di profonda trasformazione: uomini, preparazione, consistenza finanziaria e cultura. “Siamo in buona posizione per questa trasformazione epocale. E noi puntiamo ad avere un ruolo chiave nel delineare e costruire la mobilità del futuro” ha anche detto l’amministratore delegato del gruppo.
GRANDI PIANI - Müller ha insistito che il gruppo Volkswagen è fortemente impegnato in tutti i settori che danno vita al nuovo: digitalizzazione, lavoro in rete, auto elettrica - dove il gruppo intende ricoprire un ruolo chiave - e nuovi modi di beneficiare della mobilità. Un quadro complessivo che sarà delineato nei dettagli nel piano 2025, a cui il management del gruppo sta lavorando. Per il prossimo futuro, Müller ha confermato il lancio di 20 nuovi modelli entro il 2020. E per la fine del decennio è programmato il lancio della prima auto realizzata sulla piattaforma Modular Electrification Toolkit (MEB).