IL “DIESEL” DELLA DISCORDIA - Lei, lui, l’altro. Sembra ricalcare il più classico degli schemi il tormentato fidanzamento tra la Volkswagen e la Suzuki. In questo caso, “l’altro” sarebbe nientemeno che l’amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne. La casa tedesca tuona: “L’accordo per acquistare motori diesel dalla Fiat viola gli accordi”. Risponde il numero uno della casa giapponese Osamu Suzuki (nella foto in alto, a destra) con una lettera inviata ai vertici del colosso di Wolfsburg: “Nessuna infrazione. Le affermazioni della Volkswagen bloccano i nostri sforzi di sviluppare nuovi, attraenti prodotti, e danneggiano la nostra reputazione”; il gruppo nipponico chiede pertanto che le accuse vengano revocate pubblicamente “entro il 30 settembre”.
ULTIMATUM - Martin Winterkorn (nella foto in alto, a sinistra) però non cede di un millimetro: “L’operazione viola i contenuti dell'accordo; chiediamo alla Suzuki di correggersi nei tempi previsti”. L’amministratore delegato della casa tedesca addirittura contrattacca, puntando il dito contro il polverone sollevato dal partner giapponese: “Certe azioni plateali aiutano poco nell’attuale situazione”. Ribatte la Suzuki: “Già prima della firma dell’accordo con la Fiat ci siamo resi conto, dopo specifici studi, di non poter utilizzare i diesel della Volkswagen per le nostre vetture”. Vista l’inconciliabilità delle posizioni, c’è di che pensare a un approdo della vicenda in tribunale.
UNA STORIA ALLA FINE? - L’amore tra i due gruppi era sbocciato nel 2009, quando, al termine d’un serrato corteggiamento, la Volkswagen era entrata nel capitale della casa nipponica acquistandone una quota del 19,9% per 1,7 miliardi di euro; allo stesso tempo, la Suzuki aveva rilevato l’1,5% della casa tedesca. Scopo dell’operazione: favorire lo scambio di tecnologie. Poi è arrivato il momento delle recriminazioni. Suzuki: “Con il passare del tempo ci siamo accorti che non riuscivamo in realtà ad avere l’accesso promesso alla loro tecnologia; l’alleanza, insomma, non ci ha portato i vantaggi previsti, rivelandosi una palla al piede per la nostra indipendenza manageriale”. Questo il motivo che ha indotto la casa giapponese a sottoscrivere, lo scorso giugno, un accordo per la fornitura da parte della Fiat di motori diesel Multijet 1.6 da montare sulla prossima versione della suv SX4. Un “tradimento” che la Volkswagen non ha digerito.
LA PARTITA SI GIOCA IN INDIA - Il colosso di Wolfsburg non intende perdere un partner che vanta una posizione di primo piano in India, un mercato in espansione dove i tedeschi arrancano a fronte di una Suzuki che l’anno scorso ha venduto 1,1 milioni di vetture con il marchio Maruti. Se a questo si aggiunge che la Fiat sta allentando gli accordi sottoscritti con l’indiana Tata, si capisce perché Winterkorn abbia il timore (fondato) che l’accordo sui motori diesel prefiguri un’alleanza più strutturale. Del resto, nei giorni scorsi Marchionne l’ha detto chiaramente: “Abbiamo un rapporto bellissimo con la Suzuki. Siamo più che pronti a darci una mano a vicenda”.