CAPOSTIPITE - Per la futura
Volvo XC90 la parola d'ordine è SPA. Stavolta l'acronimo non è relativo a un assetto societario, né a un centro benessere, bensì alla Scalable Product Architecture, la piattaforma modulare su cui nasceranno tutti i modelli futuri della casa svedese, dalla S60 in su: la suv che sarà svelata entro fine agosto, e vedremo al Salone di Parigi, sarà la prima a inaugurarla. Nell'immagine
qui sopra un assaggio del frontale.
Nella foto qui sopra sono contrassegnati con "flexible" gli elementi della piattaforma che possono variare in base al modello e con "fixed" l'unico in comune fra tutti.
COSÌ FAN TUTTI - L'adozione di piattaforme modulari, cioè facilmente adattabili a veri modelli anche molto diversi tra loro, è una prassi ormai comune: richiedono ingenti investimenti ma permettono di ottenere risparmi sotto forma di ridotti tempi di sviluppo ed economie di scala, permettendo di focalizzarsi su design e tecnologia più di quanto permetterebbero piattaforme specifiche per singoli modelli. Secondo la Volvo, la SPA aiuta a ridurre il peso e a meglio distribuirlo sui veicoli, e permette una migliore fruibilità dello spazio: si pensi alla possibilità di rimuovere un'eventuale seconda o terza fila di sedili in funzione del carico e viceversa. Nel caso della Volvo XC90, sono previsti sette posti (ma la terza fila è per passeggeri non più alti di 170 cm).
IBRIDA SIN DALLA NASCITA - La piattaforma di casa Volvo prevede in origine la predisposizione per uno o più motori elettrici che lavorano insieme al termico: nel caso della
XC90, non è un caso che il top di gamma sia proprio una versione ibrida plug-in, cioè ricaricabile: si chiamerà T8 e avrà una potenza complessiva di ben 400 CV con soli 60 g al km di CO2 emessa. Da ultimo, secondo la casa svedese, che in materia si è peraltro sempre distinta, la SPA è all'avanguardia per la sicurezza grazie all'uso di acciai ad alta resistenza e alla predisposizione per sistemi di assistenza alla guida (
qui per saperne di più).