La Formula 1 nel 2026 si appresta a vivere un grande cambiamento regolamentare. Per prima cosa sono previsti grandi cambiamenti per i motori, che saranno sempre dei 1.6 V6 turbo ibridi ma, se oggi l'82% della potenza deriva dal motore a combustione interna, nella prossima stagione questa scenderà al 50%: la restante metà dovrà arrivare dal motore elettrico.

In termini numerici, il motore a combustione scenderà da 550 kW a 400 kW (543 CV circa), mentre la parte elettrica (MGU-K) triplicherà la sua importanza, passando da 120 kW a ben 350 kW (475 CV). La potenza complessiva sarà quindi ci circa 1.000 CV. La batteria non sarà più un aiuto alla performance, bensì un organo vitale. Con le monoposto delle passate stagioni se si perdeva l'ibrido era possibile comunque arrivare al traguardo. Nel 2026, se viene meno l’apporto della batteria, la gara è finita; si perde metà della potenza.
Una volta esaurita la batteria, il motore termico da solo non riuscirebbe a vincere la resistenza all'aria alle massime velocità. Sebbene la FIA abbia introdotto un sistema di riduzione graduale della potenza (power ramp-down) per evitare un "crollo" improvviso delle prestazioni, lo stile di guida dovrà cambiare radicalmente.

I piloti, un po’ come avviene nella Formula E, dovranno diventare dei gestori di energia. La capacità di recupero in frenata passerà da 2 MJ a 8,5 MJ al giro. Questo obbligherà a frenate più intense e a tecniche di guida diverse.
Un altro grande assente nel 2026 sarà il DRS (Drag Reduction System), simbolo dei sorpassi dal 2011. Al suo posto arriverà il Manual Override. Il concetto ricorda i videogiochi: se un pilota è vicino all'avversario, ottiene un bonus di energia elettrica per il giro successivo, utilizzabile a piacimento. Questo potrebbe dar vita a nuove tattiche: usare il bonus subito per attaccare o conservarlo per difendersi nel finale?

Dietro queste scelte c'è la volontà della Formula 1 di rimanere rilevante per l'industria automotive, in piena fase di transizione, anche grazie l'introduzione di carburanti 100% sostenibili e sintetici. Mercedes, Ferrari, Honda, Red Bull Ford, e dal 2028 anche la Cadillac, sono le realtà chiamate a realizzare le nuove powerunit.
| Team | Motore |
| McLaren | Mercedes |
| Mercedes | Mercedes |
| Red Bull | Red Bull-Ford |
| Ferrari | Ferrari |
| Williams | Mercedes |
| Haas | Ferrari |
| Aston Martin | Honda |
| Racing Bulls | Red Bull-Ford |
| Alpine | Mercedes |
| Audi | Audi |
| Cadillac | Ferrari |

Per quanto riguarda le monoposto, il peso minimo complessivo scenderà dagli attuali 798 a 768 kg: 722 kg per vettura e pilota, a cui si aggiungono 46 kg di pneumatici. Anche le dimensioni saranno riviste al ribasso, con una larghezza che passerà da 200 a 190 cm e un passo accorciato da 360 a 340 cm. Le gomme, pur restando su cerchi da 18 pollici, saranno più strette: 25 mm in meno all’anteriore e 30 mm al posteriore.
La sicurezza verrà ulteriormente migliorata. La cellula di sopravvivenza e il roll-hoop (la struttura che protegge il pilota in caso di ribaltamento) sono stati rafforzati per resistere a carichi maggiori, con un incremento fino al 23% per il roll-hoop.

La vera novità visibile sarà l'introduzione dell'aerodinamica attiva. Le monoposto del 2026 potranno modificare in tempo reale la configurazione delle ali, sia anteriori che posteriori, grazie a due nuove modalità dinamiche: X-Mode e Z-Mode. In rettilineo, con la Straight Mode, gli elementi aerodinamici si appiattiranno per ridurre la resistenza e favorire la velocità massima. In frenata e in curva, invece, subentrerà la Corner Mode, che massimizzerà il carico per garantire aderenza e stabilità.
Anche il disegno delle ali sarà semplificato: l’ala anteriore sarà più stretta, con meno elementi ma nuove aree sfruttabili per lo sviluppo aerodinamico; quella posteriore perderà la beam wing inferiore. Ridimensionato anche il fondo vettura, che sarà ristretto di 15 cm per limitare l’effetto suolo.















































