VITTORIA AUTOREVOLE - Subito dopo avere ottenuto il terzo tempo in griglia, Sebastian
Vettel era stato buon profeta: “Qui possono accadere tante cose”, aveva chiosato il tedesco in previsione dell’odierno Gran Premio d’Ungheria di
Formula 1 (
foto sopra). Il quattro volte campione del mondo è stato di parola: dopo una partenza eccellente, seguito a ruota da Raikkonen, ha salutato il gruppo ed è andato a vincere, conducendo dall’inizio alla fine. Per Vettel e la Ferrari seconda vittoria dell’anno dopo quella in Malesia e secondo “Grazie ragazzi!” urlato alla radio a fine corsa. Con una dedica in più, apparsa tanto spontanea quanto toccante: “Jules, è per te”.
MERCEDES KO - Le Mercedes sono riuscite a fare harakiri: al via Hamilton (qui sotto) ha perso qualcosa come nove posizioni, con Rosberg che si è focalizzato su una tattica attendista - o, semplicemente, non pareva averne abbastanza per inseguire le Rosse. Arrembanti, per contro, le Red Bull di Ricciardo e Kvyat: sicuramente favorite da un circuito dall’andamento atipico, le monoposto inglesi sono riuscite a trovare una power unit Renault oggi affidabile e performante centrando il podio.
LA SAFETY CAR IN PISTA - Fino al 42° giro, il Gran Premio sembrava incanalato verso una tranquilla (e insperata) doppietta Ferrari, con le Mercedes ad annaspare nel traffico e Hamilton a fare a ruotate con se stesso tra un fuoripista iniziale e, in seguito, un sorpasso e l’altro: è stato il cedimento dell’ala anteriore della Force India di Hulkenberg a rimescolare le carte, con il vincitore di Le Mans illeso contro le protezioni a bordopista dopo un incidente potenzialmente molto pericoloso e il secondo, preoccupante, problema meccanico (venerdì Perez aveva capottato dopo la rottura di una sospensione) per il team di Vijay Mallya.
RICCIARDO, AGONISTA NATO - La safety car è rimasta in pista per quasi sei giri: alla ripartenza Vettel ha mantenuto la posizione, mentre Raikkonen - fino ad allora autore di una gara senza sbavature, perfettamente a copertura del compagno di squadra - ha scontato la defaillance dei motori elettrici della propria Ferrari, venendo infilato da Rosberg e rientrando ai box per una procedura che ricorda molto quello di un normale utente di fronte a un computer impallato: i tecnici hanno spento e riacceso la monoposto, senza risultato. Persa la seconda Ferrari al 56° giro, Vettel si è trovato da solo contro un manipolo di inseguitori arrembanti (e con distacchi in pratica azzerati dall’azione della safety car). Nico Rosberg si è giocato la gara scegliendo di montare gli pneumatici a mescola media anziché le soft, come invece ha fatto Ricciardo: l’australiano ha effettuato una staccata-monstre infilando il tedesco ma, nell’incrocio di traiettorie, ha danneggiato il proprio muso contro la posteriore di Rosberg, costretto a ritornare ai box su tre ruote. Per la direzione gara, nessuna penalità da infliggere per un normale incidente di corsa; dieci secondi, per contro, comminati a Kvyat per un’irregolarità in regime di safety car.
WILLIAMS: CHI LE HA VISTE? - Alla fine ha vinto Vettel con autorità, come si è detto, davanti a Kvyat (Red Bull) e Ricciardo (Red Bull), costretto a una sosta supplementare per cambiare il musetto; punti pesanti per Verstappen (Toro Rosso) e un Alonso (McLaren) tanto furbo nella condotta di gara quanto caparbio. Sesto posto acciuffato per i capelli da parte di Hamilton (Mercedes, per lunghi giri virtualmente spodestato da Rosberg dalla testa della classifica) davanti a Grosjean (Lotus) e a Rosberg (Mercedes). Nona posizione per Button (McLaren) davanti a Ericsson (Sauber), scattato dalla nona fila. Niente punti per le Williams di Bottas e Massa, dodicesimo e tredicesimo: le prestazioni della monoposto di Grove assomigliano, a ogni tappa in più, a un’altalena difficilmente spiegabile. Ci sono quattro settimane di tempo per pensarci: la Formula 1 va in vacanza fino al 23 agosto, quando tornerà con il Gran Premio del Belgio a Spa.
ORDINE D'ARRIVO GP UNGHERIA 2015
POS. | DRIVER | COUNTRY | TEAM | TIME | POINTS |
---|
1 | SEBASTIAN VETTEL | GER | FERRARI | 1:46:09.985 | 25 |
2 | DANIIL KVYAT | RUS | RED BULL | +15.748s | 18 |
3 | DANIEL RICCIARDO | AUS | RED BULL | +25.084s | 15 |
4 | MAX VERSTAPPEN | NED | TORO ROSSO | +44.251s | 12 |
5 | FERNANDO ALONSO | ESP | MCLAREN | +49.079s | 10 |
6 | LEWIS HAMILTON | GBR | MERCEDES | +52.025s | 8 |
7 | ROMAIN GROSJEAN | FRA | LOTUS | +58.578s | 6 |
8 | NICO ROSBERG | GER | MERCEDES | +58.876s | 4 |
9 | JENSON BUTTON | GBR | MCLAREN | +67.028s | 2 |
10 | MARCUS ERICSSON | SWE | SAUBER | +69.130s | 1 |
11 | FELIPE NASR | BRA | SAUBER | +73.458s | 0 |
12 | FELIPE MASSA | BRA | WILLIAMS | +74.278s | 0 |
13 | VALTTERI BOTTAS | FIN | WILLIAMS | +80.228s | 0 |
14 | PASTOR MALDONADO | VEN | LOTUS | +85.142s | 0 |
15 | ROBERTO MERHI | ESP | MARUSSIA | +2 laps | 0 |
16 | WILL STEVENS | GBR | MARUSSIA | DNF | 0 |
RT | CARLOS SAINZ | ESP | TORO ROSSO | DNF | 0 |
RT | KIMI RÄIKKÖNEN | FIN | FERRARI | DNF | 0 |
RT | SERGIO PEREZ | MEX | FORCE INDIA | DNF | 0 |
RT | NICO HULKENBERG | GER | FORCE INDIA | DNF | 0 |