80 ANNI DOPO UNA “SILVER ARROW” - Mercedes F1 W05, e tornano le Frecce d'Argento. L'attesa per la presentazione della nuova Mercedes di Formula 1, esacerbata dalle novità regolamentari di impronta meccanica e motoristica che nei giorni precedenti si erano manifestate con ardite interpretazioni dell'aerodinamica anteriore di molte vetture del Circus, si è conclusa con il vernissage in Spagna della nuova creatura del tecnico italiano Aldo Costa. A Jerez de la Frontera, occasione nella quale si è ricordato il 120esimo anniversario dell'impegno sportivo della Stella a Tre Punte e l'ottantesimo delle Silver Arrows, è stata pertanto messa a nudo la principale sfidante di Red Bull e Ferrari.
TELAIO E MOTORE - La Mercedes F1 W05, figlia dell'approccio integrato e dell'interscambio culturale in terra inglese fra i telaisti di Brackley e i motoristi di Brixworth, ha consentito alla casa di Stoccarda di ovviare a quei vincoli normativi che prevedono, con l'introduzione dei nuovi motori sovralimentati V6 Hybrid, un limite di carburante di 100 chilogrammi per ogni gara e un consumo massimo di 100 kg l'ora, che dovrebbero tradursi in un risparmio energetico nell'ordine del 30-35 per cento rispetto ai propulsori 2.400 cc V8 aspirati del 2103.
MUSO AD ANDAMENTO LENTO - Ma com'è davvero la monoposto che guideranno Lewis Hamilton e Nico Rosberg? Essa non ha più un'anteriore a proboscide d'elefante, bensì lo stesso aspetto che connota la F14T di Maranello e un andamento del frontale più graduale, che disvela due significativi supporti per reggere le camera-car. Non è a punta come quello di Toro Rosso, Sauber e Williams e c'è già chi lo ha paragonato all'ornitorinco o alla papera, tanto per rimanere nel regno animale, mentre la scocca è decisamente alta, peraltro senza il visto gradino che connota la Force India. Il frontale è un vero e proprio festival di ali, alette e aluncole (c'è chi ha parlato di “upper flap” a forma di cactus), ma bisognerà vedere fino a che punto tale scelta è definitiva anziché l'episodio di un esperimento a ciclo continuo.
LE PANCE ALTE LA FANNO BELLA - Il suo leit-motiv è, in una parola, la bellezza, la proporzione fra le parti e il tutto. Un elemento cruciale, benché apparentemente taciuto dai vertici tecnici Bob Bell e Paddy Lowe, è probabilmente rappresentato dal passo, che potrebbe essere inferiore a quello delle vetture avversarie a fini di una migliore distribuzione dei pesi funzionale al motore PU106A, abbinato a pance che arrivano all'altezza massima consentita, con bocche significative e che sono molto scavate in coda, ovvero con una sezione trasversale ridotta, per pulire sino ai limiti della fattibilità i flussi d'aria che investono la macchina. L'airbox ha forma triangolare, più simile a quella della Rossa di Maranello e parecchio differente dall'ovale del team campione del mondo.
ELEMENTI TROPPO “COMPRESSI”? - Sulla vettura teutonica, “firma” dell'aerodinamico Geoff Willis, l’aria calda fuoriesce tra i montanti dell’ala posteriore, scelta che dovrebbe rispondere alla logica di aumentare la deportanza. Curiosa anche la soluzione asimmetrica del tubo di supporto dell'alettone dietro, adottata per non contrastare i gas di scarico che dalla stagione 2014, leggi alla mano, possono lasciare il motore soltanto centralmente. In ogni caso, l'auspicio della Marca di Stoccarda e degli osservatori un po' partigiani è che il compattamento delle varie componenti non si riveli un'arma a doppio taglio in termini di affidabilità complessiva.
SOSPENSIONI AL TOP DELL'ORIGINALITÀ - Le sospensioni non negano novità a gogò: al retrotreno lo schema è pull-rod e il braccetto inferiore più indietro è tutt'uno con quello di convergenza, facendo sì che il semiasse diventi sostanzialmente un elemento aerodinamico; all'avantreno lo schema è push-rod, tuttavia colpisce sia il fatto che il puntone è vincolato alla scocca molto in alto, sia che in luogo di un tradizionale triangolo nella zona inferiore vi sia una sorta di forcella a due elementi, che ricorda un diapason o l'osso di tacchino detto “del desiderio”, e che concorre a razionalizzare turbolenze e flussi d'aria in un'area chiave.